Docenti di Sostegno non specializzati potranno essere confermati dalle famiglie, ecco la proposta

La proposta avanzata dal ministro Valditara ha suscitato un ampio dibattito per il suo approccio innovativo riguardante il trattamento degli insegnanti di sostegno non specializzati. Secondo questa proposta, contenuta nella bozza del decreto Semplificazioni, sarebbe possibile per le famiglie degli alunni con disabilità confermare gli insegnanti di sostegno precari sullo stesso posto per un periodo di tre anni.

Questa misura è stata pensata per rispondere all’esigenza di stabilità e continuità didattica degli studenti con disabilità, ma ha sollevato preoccupazioni e critiche da più fronti.

In particolare, la proposta non è stata ben accolta dai sindacati, dagli insegnanti che hanno già ottenuto la specializzazione o che sono in fase di specializzazione, nonché da enti come il Consiglio superiore della pubblica istruzione e la Federazione italiana per il superamento dell’handicap.

La principale preoccupazione espressa riguarda il precariato nel settore del sostegno in Italia, un ambito in cui la domanda delle famiglie sta crescendo. L’impiego su base precaria di docenti non specializzati, anche se inteso a rispondere a questa crescente domanda, è visto come un palliativo che non affronta le radici del problema.

I sindacati, tra cui la Flc Cgil che ha espresso la sua posizione in un comunicato, sottolineano come la proposta di Valditara non riesca effettivamente a risolvere le questioni legate al precariato e alla mancanza di continuità didattica. Un altro punto di forte critica riguarda la potenziale mancanza di trasparenza e l’eccessiva discrezionalità lasciata alle famiglie nell’assunzione a tempo determinato degli insegnanti di sostegno, una situazione che potrebbe generare iniquità e incertezze.

In sintesi, mentre l’intenzione di garantire continuità e stabilità agli alunni con disabilità è chiaramente positiva, le modalità proposte per raggiungere questo obiettivo sono state oggetto di significative contestazioni. La proposta sembra non affrontare in modo strutturale le problematiche legate alla formazione specializzata degli insegnanti e alla gestione del precariato, sollevando dubbi sulla sua efficacia e sulla sua equità.

La proposta del ministro dell’Istruzione e del Merito prevede che gli insegnanti di sostegno non specializzati, aventi almeno tre anni di esperienza nel ruolo, possano essere confermati per un triennio sullo stesso incarico dalle famiglie degli studenti con disabilità, allo scopo di assicurare una continuità didattica.

Questa opportunità si estende anche ai docenti precari che possiedono la specializzazione per il sostegno didattico e che figurano nella prima fascia delle Graduatorie provinciali per le supplenze (Gps), come illustrato nella bozza del decreto Semplificazioni e riportato da Orizzontescuola.it all’articolo 22, denominato “Misure finalizzate a garantire la continuità dei docenti a tempo determinato su posto di sostegno”.

La normativa specifica che, agli insegnanti specializzati nell’insegnamento agli alunni disabili, può essere offerta la possibilità di una conferma prioritaria sul medesimo incarico di sostegno dell’anno scolastico precedente, a condizione che il posto sia disponibile, che siano state completate le procedure per il personale a tempo indeterminato e che sia stato verificato il diritto alla nomina nel contingente dei posti disponibili.

Analogamente, i docenti di sostegno non specializzati, ma con almeno tre anni di servizio nello stesso grado, possono essere confermati per tre anni, qualora vi sia la richiesta da parte della famiglia e previa valutazione del dirigente scolastico sull’interesse dello studente.

Tuttavia, questa possibilità ha sollevato polemiche e resistenze nel mondo educativo e tra i sindacati, che criticano la proposta per vari motivi. I sindacati, ad esempio, come evidenziato in un comunicato della Flc Cgil, sollecitano misure volte alla stabilizzazione progressiva dei posti e all’ampliamento dell’offerta formativa per i percorsi di specializzazione, in modo da rendere l’accesso più agevole e allinearla alle esigenze regionali.

Ulteriori preoccupazioni sono state espresse da Giuseppe D’Aprile, segretario nazionale della Uil Scuola, e da Ernesto Ciriaci, presidente del Movimento insegnanti di sostegno specializzati (MiSoS), i quali mettono in guardia rispettivamente sui rischi di mancanza di trasparenza e clientelismo, nonché sulle difficoltà applicative e sui potenziali ricorsi legali che potrebbero emergere.

La contestazione ha raggiunto un punto tale che gli insegnanti di sostegno specializzati e gli specializzandi dell’VIII ciclo del Tfa hanno organizzato una delegazione al ministero il 4 marzo, seguita da un presidio di protesta, per esprimere il loro dissenso e le loro preoccupazioni riguardo alla proposta, evidenziando la tensione esistente tra la necessità di garantire una formazione qualificata e specializzata per il sostegno e le esigenze di continuità didattica per gli studenti con disabilità.