Disabilità e Scuola, studenti disabili in aumento e i docenti sono precari o non formati

Il numero degli studenti con disabilità presenti nelle scuole italiane continua a crescere, ma purtroppo molti di loro si trovano ancora a fronteggiare una mancanza di adeguato supporto da parte del corpo insegnante. Nonostante la presenza di docenti specializzati nel sostegno sembri essere numericamente sufficiente, la realtà evidenzia che molti di loro sono solo temporanei o non hanno ricevuto una formazione adeguata.

Disabilità e Scuola, studenti disabili in aumento e i docenti sono precari o non formati

Questa situazione a due facce è stata delineata in occasione della Giornata Internazionale della Disabilità del 3 dicembre dal portale Skuola.net, il quale ha incrociato dati ministeriali con analisi specifiche sull’argomento.

L’impatto degli studenti con disabilità è sempre più significativo: nell’anno scolastico 2023/2024, sono poco più di 311.000, registrando un aumento di oltre 21.000 unità rispetto all’anno precedente e di oltre 40.000 rispetto a tre anni fa.

Questo supera per la prima volta la soglia dei 300.000, considerando che le “aule” censite nei vari istituti in Italia sono circa 364.000. In altre parole, sembra che quasi ogni aula ospiti uno studente con bisogni specifici. In termini percentuali, questi studenti rappresentano oltre il 4% della classe discente.

Questo trend si discosta dal calo generale degli studenti in Italia: in un solo anno, tra il 2022/23 e il 2023/24, le scuole italiane hanno registrato una diminuzione di 91.000 bambini e ragazzi.

Ciò si traduce in una proporzione di uno studente disabile ogni 23 iscritti (quattro anni fa erano uno ogni 28). A livello regionale, la Lombardia è la regione con il maggior numero di studenti disabili, superando i 55.000 (circa il 18% del totale). A seguire, con cifre praticamente equivalenti, si collocano la Campania, il Lazio e la Sicilia, che contano tra i 31.000 e i 33.000 studenti con disabilità.

L’incremento del numero di studenti disabili potrebbe suggerire un maggiore grado di integrazione nel sistema scolastico. Tuttavia, questa apparente conquista potrebbe risultare superficiale, in quanto l’evidenza statistica non trova una risposta adeguata a livello istituzionale.

Nonostante la presenza di studenti con necessità particolari, la realtà è che, per ora, la preparazione specifica di insegnanti e professori per affrontare tali esigenze è ancora carente.

In altre parole, sebbene i dati suggeriscano un progresso in termini di inclusione, la mancanza di adeguata preparazione da parte del corpo insegnante solleva dubbi sulla qualità effettiva dell’integrazione scolastica per gli studenti con disabilità.

Secondo le più recenti proiezioni ad oggi il numero di docenti di sostegno dovrebbe aggirarsi intorno ai 207.000, se non di più. All’inizio dell’anno, il Ministero dell’Istruzione e del Merito aveva stimato il loro numero a 194.000; tuttavia, è probabile che, come spesso accade, il numero effettivo debba essere aggiornato al rialzo di circa 13-15.000 unità.

Ciò implica che ci sarebbe un insegnante di sostegno per ogni 1,5 studenti con disabilità, superando quanto previsto dalla legge di riferimento, che consiglia un rapporto di 2 alunni per ogni insegnante di sostegno.

Tuttavia, è necessario fare attenzione poiché non tutto ciò che luccica è oro, e ciò per due motivi principali. In primo luogo, quasi la metà di queste posizioni di insegnanti di sostegno è occupata da precari, spesso senza un’abilitazione specifica. Secondo i dati provvisori forniti dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM), i 194.481 posti di sostegno sono così suddivisi: 126.170 (compresi quelli di potenziamento) in organico di diritto e 68.311 in deroga (attivi fino al 30 giugno).

I posti che stanno per essere aggiunti porteranno il numero di quelli in deroga a oltre 81.000 unità, e per legge dovranno essere riservati a docenti con contratto a tempo determinato. Per gli altri 126.170 posti, Tuttoscuola stima che, in base all’andamento degli anni precedenti, almeno 20-22.000 saranno coperti da supplenti, che per definizione sono precari. Inoltre, una buona parte di loro non è specializzata nel sostegno, con l’Istat che, riferendosi all’anno scolastico 2021/22, indica che il 34% di essi è privo di titolo specifico.