Abolito Concorso abilitante docenti 2020, ai candidati spetta il rimborso?

Il Decreto PNRR 2024 ha introdotto diverse misure rivolte al mondo della scuola, tra cui l’abolizione del concorso straordinario abilitante per i docenti del 2020. Questa procedura, originariamente prevista per consentire agli insegnanti con almeno tre anni di servizio, anche non consecutivi, nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, di ottenere l’abilitazione, è stata annullata senza che il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) fornisse indicazioni precise sul da farsi per coloro che avevano già presentato domanda di partecipazione e versato il contributo di 15 euro.

Secondo il sindacato Uil Scuola Rua, l’abolizione di questa procedura concorsuale ha lasciato oltre 100.000 aspiranti in sospeso, che hanno complessivamente versato oltre 1,5 milioni di euro in tasse di partecipazione.

Di fronte all’assenza di risposte e alla mancata restituzione dei fondi, la Uil Scuola Rua sollecita un risarcimento per i candidati coinvolti, sottolineando come questi ultimi si trovino in una situazione di incertezza e disagio finanziario a causa di una decisione presa senza fornire soluzioni alternative o rimborsi.

La richiesta di chiarimenti inviata al MIM da parte del sindacato a novembre 2023 non ha ricevuto risposta, portando alla decisione di avviare un’azione legale per tutelare i diritti degli aspiranti docenti.

La Uil Scuola Rua si sta mobilitando per garantire che venga data giustizia a tutti coloro che si trovano penalizzati dall’abolizione del concorso, attendendo ora un intervento chiarificatore da parte del Ministero.

L’abolizione del concorso straordinario abilitante rappresenta una problematica non solo per i docenti direttamente coinvolti ma solleva questioni più ampie sul trattamento dei professionisti della scuola e sulla gestione delle procedure concorsuali. La situazione evidenzia la necessità di una comunicazione più efficace e trasparente da parte delle istituzioni e di meccanismi di tutela più solidi per i candidati a concorsi pubblici.

La situazione riguardante l’abolizione del concorso straordinario abilitante 2020 ha portato alla luce un problema significativo che coinvolge due principali categorie di docenti:

  1. Docenti non di ruolo: Erano eleggibili alla partecipazione se in possesso di un titolo di studio adeguato per la classe di concorso a cui aspiravano e con almeno tre anni di servizio, anche non consecutivi, prestati sia nelle scuole statali che paritarie. Era necessario che almeno un anno di servizio fosse stato svolto nella classe di concorso per cui si concorreva.
  2. Docenti di ruolo: Nelle scuole dell’infanzia, primarie, e secondarie di primo e secondo grado potevano partecipare purché possedessero il titolo di studio conforme alla classe di concorso desiderata.

Questi insegnanti hanno completato le procedure di iscrizione entro il 15 giugno 2020, corrispondendo anche un contributo di segreteria di 15 euro. Con oltre 100.000 candidature, il totale dei contributi raccolti ammonta a circa 1,5 milioni di euro, fondi la cui gestione è ora sotto esame, dato che non sono stati restituiti ai candidati.

Giuseppe D’Aprile, Segretario Generale della Uil Scuola Rua, sottolinea che i docenti coinvolti sono in attesa da oltre tre anni di una risoluzione che chiarisca se gli importi versati per il concorso, successivamente cancellato e sostituito da nuovi percorsi abilitanti, saranno restituiti.

Il sindacato solleva quindi un appello al Ministero dell’Istruzione e del Merito affinché fornisca indicazioni su come intende procedere riguardo alla questione dei rimborsi.

In assenza di comunicazioni o azioni concrete da parte del Ministero, la Uil Scuola Rua ha annunciato l’intenzione di intraprendere un’azione giudiziaria per tutelare i diritti e gli interessi dei docenti che si sono trovati penalizzati da questa situazione.

La richiesta del sindacato non solo mira a ottenere il rimborso dei contributi versati ma anche a sollecitare una maggiore trasparenza e responsabilità nelle decisioni che influenzano la vita professionale degli insegnanti, sottolineando l’importanza di garantire equità e giustizia per i professionisti del settore educativo.