Bonus mamme disoccupate nascita figlio 2024, procedura e limite Isee

Bonus mamme disoccupate nascita figlio 2024, procedura e limite Isee – Quando avviene la nascita di un bambino, le donne non occupate hanno la possibilità di richiedere diversi incentivi, la cui somma totale può eccedere i 2.900 euro, erogati in due tranche. Questo beneficio non si limita a un unico sostegno, ma si configura come una combinazione di aiuti finanziari derivanti sia dall’Assegno di maternità fornito dai Comuni sia dal cosiddetto premio nascita, incluso nell’Assegno unico.

Per poter accedere a tale somma complessiva, è necessario che il reddito ISEE della famiglia non superi i 17.090,61 euro, limite massimo per ottenere l’intero importo dell’Assegno unico. Tuttavia, per coloro il cui reddito ISEE è superiore a questa soglia ma rimane al di sotto dei 20.221,13 euro, necessari per l’Assegno di maternità, il bonus è comunque disponibile, seppur con una riduzione di circa 65 euro.

È importante chiarire quali passi seguire dopo la nascita di un figlio per assicurarsi un sostegno finanziario che può arrivare a circa 2.900 euro, anche se l’importo può variare a seconda delle circostanze specifiche.

Sia per l’Assegno di maternità che per l’Assegno unico e il relativo premio nascita, è indispensabile disporre di un attestato ISEE valido. Di conseguenza, generalmente il primo passo da compiere dopo la nascita di un bambino è la presentazione di una nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) per ottenere l’attestazione ISEE aggiornata.

Questo processo offre un beneficio significativo: con l’arrivo di un nuovo membro nella famiglia, aumenta la scala di equivalenza che influisce sulla valutazione della situazione economica del nucleo familiare, portando a una potenziale riduzione dell’ISEE. Questo, a sua volta, migliora le possibilità di accedere a vari bonus e agevolazioni economiche.

È importante sottolineare che il bonus di cui si parla è destinato esclusivamente alle donne disoccupate. Queste possono beneficiare dell’Assegno di maternità erogato dai Comuni, una misura pensata per chi non gode del diritto al congedo di maternità.

L’Assegno di maternità si rivolge quindi a quelle donne che, durante la gravidanza, non erano coperte da alcuna forma di tutela previdenziale obbligatoria, offrendo loro un’indennità che, a seguito di rivalutazione nel 2024, ammonta a 404,17 euro al mese per cinque mesi, per un totale di 2.020,85 euro.

Per accedere a tale sostegno, è necessario che il reddito ISEE non superi i 20.221,13 euro per l’anno in corso.

La responsabilità di erogare questo aiuto è dell’INPS, ma la domanda deve essere presentata al Comune di residenza, che verifica il possesso dei requisiti. È previsto un termine per la presentazione della richiesta: entro sei mesi dalla nascita del bambino.

Inoltre, dopo aver ottenuto l’ISEE, è necessario inviare la domanda per l’Assegno unico universale (che a differenza dell’altro beneficio è rivolto non solo ai disoccupati) tramite il portale INPS o affidandosi a CAF e patronati.

Per i figli nati successivamente al primo, è sufficiente aggiornare la domanda esistente inserendo il nuovo nato. Così facendo, a partire dal mese successivo a quello di presentazione o aggiornamento della domanda, viene erogata la quota relativa al nuovo arrivato.

Interessante notare che l’Assegno unico prevede un pagamento non solo per il mese di nascita ma anche per gli ultimi due mesi di gravidanza, iniziando quindi dal settimo mese gestazionale.

Al momento del primo pagamento, quindi, viene erogato un importo maggiore, comprendente tre mensilità. L’ammontare varia in base all’ISEE: per il 2024, chi rientra nella soglia ISEE di 17.090,61 euro riceve una quota base di 199,40 euro, che con un incremento del 50% per i figli fino a un anno di età arriva a 299,10 euro mensili. Sommando le tre mensilità, si ottiene un pagamento di 897,30 euro.

In totale, tra l’Assegno di maternità comunale e la prima mensilità dell’Assegno unico, alla nascita di un bambino si può arrivare a un bonus complessivo di 2.918,15 euro.

Non va dimenticata la possibilità di beneficiare di ulteriori maggiorazioni, come quella prevista per i casi in cui entrambi i genitori lavorano, pari a 34,10 euro al mese (102,30 euro per tre mensilità), o quella per i figli successivi al secondo, che prevede un incremento di 96,90 euro mensili. Pertanto, se il bambino è il terzo figlio o successivo, l’importo iniziale dell’Assegno unico può raggiungere i 1.188 euro, che, sommato al bonus per disoccupate fornito dal Comune, supera i 3.200 euro.