Mobilità Pubblica Amministrazione, le Novità con il nuovo Decreto 2024

Mobilità Pubblica Amministrazione, le Novità con il nuovo Decreto 2024 – Il Decreto che disciplina la mobilità nella Pubblica Amministrazione per il personale non dirigenziale è un importante strumento normativo che regola il trasferimento dei dipendenti pubblici tra enti e amministrazioni. Le sue disposizioni entreranno in vigore il 9 febbraio 2024 e hanno l’obiettivo di semplificare e standardizzare il processo di mobilità.

In particolare, il Decreto stabilisce le regole per la mobilità dei dipendenti pubblici, tenendo conto delle nuove strutture retributive derivanti dai rinnovi contrattuali del triennio 2019-2021. Questo significa che vengono definiti i criteri per l’assegnazione dei livelli economici di inquadramento, in modo da garantire un equo trattamento per i dipendenti che si trasferiscono tra diversi enti pubblici.

La mobilità nella Pubblica Amministrazione è un importante strumento per ottimizzare l’utilizzo delle risorse umane, consentendo ai dipendenti di acquisire nuove competenze e esperienze all’interno del settore pubblico. Con il nuovo Decreto, si cerca di rendere il processo di mobilità più trasparente e equo.

I dettagli specifici delle procedure di mobilità e le modalità di applicazione del Decreto possono variare a seconda del settore pubblico di appartenenza (ad esempio, stato centrale, regioni, comuni, ecc.). Gli interessati alla mobilità nella Pubblica Amministrazione dovrebbero consultare il testo completo del Decreto e rivolgersi all’ente di appartenenza per ulteriori informazioni e istruzioni specifiche.

È importante sottolineare che la mobilità interna e esterna offre ai dipendenti pubblici la possibilità di cambiare posizione all’interno del settore pubblico, il che può essere utile per sviluppare nuove competenze, acquisire esperienza e perseguire opportunità di carriera diverse.

L’accesso alla mobilità può variare in base a diversi fattori, tra cui l’esperienza lavorativa, le competenze richieste per le posizioni disponibili e le specifiche politiche dell’Amministrazione interessata. I dipendenti pubblici interessati alla mobilità dovrebbero prestare attenzione ai bandi di mobilità pubblicati dalla loro Amministrazione o consultare il portale inPA per ulteriori informazioni e istruzioni specifiche sulle opportunità di mobilità disponibili.

La mobilità può essere un’opzione interessante per coloro che cercano nuove sfide nella loro carriera all’interno della Pubblica Amministrazione italiana, consentendo loro di esplorare diverse posizioni e ambiti lavorativi all’interno del settore pubblico.

Queste diverse modalità di mobilità forniscono ai dipendenti pubblici una gamma di opzioni per spostarsi all’interno del settore pubblico, in base alle loro esigenze personali e alle esigenze organizzative delle Amministrazioni coinvolte.

La mobilità volontaria offre ai dipendenti la possibilità di cercare attivamente nuove opportunità di carriera in altre Amministrazioni, partecipando ai bandi di mobilità in entrata. La mobilità a compensazione rappresenta un metodo interessante per soddisfare le esigenze organizzative di due Amministrazioni contemporaneamente, consentendo uno scambio di dipendenti tra di loro. Infine, la mobilità d’ufficio o per eccedenza personale consente alle Amministrazioni di affrontare temporaneamente situazioni di carenza di personale o altre esigenze organizzative.

Tutte queste modalità offrono flessibilità sia ai dipendenti pubblici che alle Amministrazioni, contribuendo a garantire un’efficace gestione delle risorse umane nel settore pubblico italiano.

La mobilità, dunque, può essere:

  • su base volontaria, quando il dipendente che è interessato a spostarsi da un’Amministrazione ad un’altra, prende parte ad un bando di mobilità in entrata indetto dall’ente di destinazione;
  • a compensazione, quando prevede che venga fatto un interscambio tra dipendenti provenienti da due PA diverse. Prevede, infatti, che due specifici dipendenti si scambino posizione nelle rispettive PA di appartenenza;
  • d’ufficio o per eccedenza personale, quando il dipendente viene trasferito provvisoriamente per un periodo massimo di 2 anni, presso un’Amministrazione che, per esigenze organizzative o di carenze di organico, sia in grado di accoglierlo. Si tratta, in tal caso, di un trasferimento temporaneo, spesso accompagnato da incentivi.

È evidente che ci sono molte disposizioni e normative specifiche che devono essere prese in considerazione durante il processo di mobilità, al fine di garantire un’adeguata gestione del personale e il rispetto delle leggi vigenti.

La mobilità tra Enti pubblici è una pratica importante che può contribuire all’efficienza e al miglioramento dei servizi pubblici, oltre a fornire opportunità di sviluppo professionale ai dipendenti. L’adeguamento delle normative in base agli ultimi rinnovi dei CCNL è fondamentale per garantire che i processi di mobilità siano equi e trasparenti.

La menzione delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome di Trento e Bolzano sottolinea l’importanza di considerare le normative regionali e territoriali nelle pratiche di mobilità, in modo da rispettare le specificità delle diverse aree del paese.

In sintesi, la mobilità nella Pubblica Amministrazione italiana è un processo complesso, regolamentato da una serie di normative e accordi, e richiede una gestione attenta per garantire un utilizzo efficiente delle risorse umane e soddisfare le esigenze organizzative delle diverse Amministrazioni coinvolte.

Per iniziare il processo di mobilità, un impiegato statale deve seguire procedure ben definite:

  • Le Istituzioni Pubbliche sono tenute a rendere note le opportunità di mobilità, delineando i criteri e le procedure per la candidatura.
  • I lavoratori statali interessati devono inoltrare le proprie candidature per le posizioni annunciate, attestando il possesso dei requisiti richiesti e attenendosi alle istruzioni fornite nei bandi.
  • Le candidature vengono esaminate seguendo i principi stabiliti dalla legislazione e dagli accordi con i sindacati. Questo processo di valutazione può incorporare parametri come l’anzianità di servizio, le abilità professionali e altri elementi rilevanti.
  • In base agli esiti di questa valutazione, le posizioni vengono assegnate ai candidati ritenuti idonei, seguendo le classifiche predefinite.

Una volta compresi questi passaggi fondamentali, esploriamo i dettagli del recente Decreto sulla mobilità tra gli enti pubblici.

Nuovi Criteri di Inquadramento nella Mobilità delle Amministrazioni Pubbliche

Le Amministrazioni Pubbliche, nel reimpiegare il personale in mobilità, sono tenute a equiparare le aree e le categorie di appartenenza originarie e quelle di destinazione. Ciò si realizza attraverso il confronto degli ordinamenti professionali, come definiti dai contratti collettivi nazionali di lavoro.

Questo confronto, disciplinato dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri datato 30 novembre 2023, considera diversi aspetti:

  • Le mansioni, i compiti e le responsabilità;
  • Le competenze professionali;
  • I titoli di studio necessari per accedere alle medesime aree e categorie, garantendo che le progressioni di carriera precedentemente acquisite siano rispettate.

Inoltre, è permessa la mobilità volontaria del personale nelle aree di elevata specializzazione, tenendo conto dell’ordinamento e della remunerazione della nuova area di lavoro.

La corrispondenza tra i livelli retributivi è determinata confrontando il trattamento economico originario e quello dell’ente di destinazione.

Le nuove normative e aggiornamenti riguardanti il trattamento economico e previdenziale per i dipendenti pubblici in mobilità, come stabilito dal Governo nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 30 novembre 2023, sono così riassumibili:

  • Mobilità Volontaria: In questa circostanza, si applica il comma 2-quinquies dell’articolo 30 del Decreto Legislativo del 30 marzo 2001, n. 165. In sostanza, a meno che non sia diversamente specificato, una volta iscritti nei ruoli dell’Amministrazione destinataria, i dipendenti trasferiti per mobilità riceveranno unicamente il trattamento giuridico ed economico, incluso quello accessorio, previsto dai contratti collettivi attualmente in vigore nell’ambito dell’Amministrazione di arrivo.
  • Altre Forme di Mobilità: I dipendenti che si trasferiscono tramite queste forme mantengono il trattamento economico fondamentale e accessorio più vantaggioso e conservano il diritto di scegliere per l’inquadramento e il trattamento previdenziale del loro ente di origine.

Categorie Escluse dalle Nuove Regole

Il DPCM del 30 novembre 2023 ha altresì definito chi non rientra in queste disposizioni:

  • Il personale docente e non docente delle scuole e delle istituzioni di alta formazione artistica e musicale;
  • Il personale dell’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile);
  • Il personale dell’AGID (Agenzia per l’Italia Digitale);
  • Il personale degli enti pubblici di ricerca.

Per quanto riguarda le categorie appartenenti al settore scolastico, si suggerisce di consultare i dettagli specifici del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro della scuola, firmato il 18 gennaio 2024, per informazioni più dettagliate.