Arretrati Docenti e ATA in Pensione 2022-2023, ultime novità

Quando arrivano gli arretrati di stipendio per i docenti e personale ata in pensione in seguito al rinnovo del contratto scuola 2022-2023? E’ questa la principale domanda che si chiedono il personale della scuola (docenti e ata) in pensione inseguito all’accordo di rinnovo firmato a Ottobre 2022 per il personale della scuola, sebbene i dipendenti in servizio abbiano già ricevuto gli aumenti di stipendio e gli arretrati, per i lavoratori pensionati i tempi sono nettamente più lunghi, nell’articolo vediamo quali sono tutte le ultime novità.

Arretrati Docenti e ATA in Pensione 2022, ultime novità

A ottobre 2022 i sindacati e il ministero dell’Istruzione hanno siglato il rinnovo del contratto scuola scaduto da oramai 4 anni, il rinnovo siglato riguarda solo la componente economica e non quella contrattuale che verrà rinnovata nel corso del 2023, il rinnovo ha prodotto il pagamento degli arretrati di stipendio e l’aumento dell’importo dello stipendio per il personale ata e docenti.

I tempi per i lavoratori andati in pensione nel corso di vigenza del rinnovo contrattuale (2019/2020/2021/2022), così come segnala la Uil Scuola Rua, i tempi sono decisamente più lunghi rispetto ai colleghi ancora in servizio che hanno già ricevuto tutto.

Il personale Docente e Ata potranno vedersi riconosciuti i benefici economici solo attraverso l’aggiornamento del rispettivo inquadramento economico (compito questo che spetta alla scuola) e, solo dopo che lo stesso sarà vistato dagli organi di controllo (cioè la Ragioneria provinciale dello Stato), potrà essere inviato all’Inps per la liquidazione delle spettanze (adeguamento della pensione e del trattamento TFR/TFS).

Lo stesso vale per il personale della scuola in pensione dal 2016 al 2018, per questi ultimi spettaranno gli arretrati del CCNL 2016/2018 e la liquidazione solo relativa all’anno di servizio, effettivamente svolto.

Quanto evidenziato è anche contenuto nell’articolo 48 dell’accordo siglato tra Aran e sindacati:

“i benefici economici risultanti dalla applicazione dell’art. 47 (Incrementi degli stipendi tabellari) sono computati ai fini previdenziali, secondo gli ordinamenti vigenti, tenendo conto delle decorrenze e degli importi previsti dalle Tabelle A e C, nei confronti del personale comunque cessato dal servizio, con diritto a pensione, nel periodo di vigenza del presente contratto. Agli effetti dell’indennità di buonuscita o di 61 anzianità, del trattamento di fine rapporto, dell’indennità sostitutiva del preavviso, nonché dell’indennità in caso di decesso di cui all’art. 2122 c.c., si considerano solo gli aumenti maturati alla data di cessazione del rapporto di lavoro”.

Ricordiamo inoltre che nel caso in cui la scuola destinataria dell’istanza non riesce ad accedere ed operare sulla piattaforma SIDI a causa del blocco per il personale cessato dal servizio, sarà necessario richiedere all’Ufficio Scolastico di sbloccare l’operatività e poi intervenire.

Tempi per l’adeguamento economico dell’assegno di pensione

Quanto tempo dovrà passare prima che il personale docente e ATA in pensione, con diritto agli arretrati per il periodo 2019 -2022 e consequenziale ricalcolo pensione, riceva le somme spettanti per il rinnovo del contratto scuola? Cerchiamo di rispondere ad alcuni dubbi, con l’avvertenza che si tratta di prime indicazioni e il nostro consiglio è quello di monitorare sempre le informazioni.

Il ricalcolo della pensione

Discorso diverso, invece, per il ricalcolo della pensione che richiederà sicuramente più tempo e molto probabilmente i 6 anni comunicati dal sindacato si riferivano proprio a questo. E’ da pensare, infatti, che l’INPS non solo deve aggiungere i contributi di questa parte dello stipendio supplementare che non è stata considerata ma che deve anche rivalutare il montante contributivo e ricalcolare interamente la parte retributiva della pensione che si basa, appunto, sulle retribuzioni degli ultimi anni lavorativi.

In ogni caso anche se questo processo richiederà diversi anni, un volta concluso le porterà la differenza della pensione che le sarebbe spettata dal momento della sua liquidazione comprensiva, quindi, di tutti gli arretrati.

Sarà necessario presentare domanda?

Al momento trascriviamo quanto indicato dal sindacato FLCGIL. Come detto, meglio tenersi informati su eventuali novità.

“Per chi è andato in pensione nel corso del 2019 e negli anni successivi è previsto anche l’adeguamento dell’assegno pensionistico.
Come avvenuto con i precedenti rinnovi, si trascinerà in pensione l’intero aumento del tabellare riconosciuto a regime dal rinnovo contrattuale alle singole scadenze temporali e negli importi previsti per ciascun scaglionamento.

L’Amministrazione dovrà adeguare l’inquadramento economico di ogni singolo dipendente cessato dal servizio nella vigenza contrattuale e comunicare i dati all’INPS che provvederà alla riliquidazione della pensione sulla base dei dati ricevuti. Il tutto dovrebbe avvenire d’ufficio.