Insegnanti di Religione, Miur approva Concorso da 4.600 cattedre

In data 28 settembre 2018 si è svolto un importante incontro al MIUR per la categorie degli Insegnanti di Religione, il tema dell’incontro era infatti l’incremento dell’organico per risolvere l’anno questione dei molti posti vacanti che ad oggi sono circa 5.000, l’incotro era programmato da diverso tempo ed hanno preso parte  le sigle sindacati Fgu/Snadir, Cisl scuola e Snals, l’esito dell’incontro è stato estremamente positivo, infatto il Miur ha dato la sua approvazione per bandire un concorso pubblico volto all’assunzione di nuovi insegnanti di Religione.

In particolare, il MIUR ha affermato che verrà bandito un concorso con le regole precedenti la legge 107/2015 e del DL 59/2017, i posti che il bando metterà a disposizione saranno circa 4.600 necessari per la copertura della quota del 70% (legge 186/2003), il bando per evitare l’applicazione del comma 131 (divieto di superare i 36 mesi) dovrà essere pubblicato in gazzetta ufficiale entro un determinato lasso di tempo, durante l’incotro si è stabilito che siano i sindacati a illustrare varie proposte per impostare in modo armonico ed equilibrato i termini del nuovo bando.

Per quanto riguarda le coperture finanziarie non dovrebbero esserci particolari problematiche, per il MEF le immissioni in ruolo degli incaricati annuali è ad invarianza di spesa.

Durante l’incotro al Ministero si è affrontato anche la questione della graduatoria del precedente concorso del 2004 per l’immissione in ruolo circa il suo utilizzo, infatti in negli ultimi 13 anni non sono stati indetti i concorsi triennali previsti dalla legge 186/2003, l’amministrazione non è sembrata particolarmente positiva, mentre la FGU/Snadir ha suggerito la possibilità di riservare l’accesso al prossimo concorso agli Idr in possesso di un servizio non inferiore ai tre anni anche non continuativi (ovviamente saranno considerate anche le supplenze non inferiori a 180 giorni) con l’obbligo dell’indizione triennale dei concorsi (art.3, c.2 della legge 186/2003).

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