Secondo gli ultimi dati forniti sui lavoratori della pubblica amministrazione, gli statali, il numero dei lavoratori pubblici che sono andati in pensione in questi ultimi anni saranno superiori agli attuali dipendenti pubblici che ad oggi sono in servizio, i dati diffusi fanno riferimento al 2021, per tanto dal prossimo anno potranno esserci più ex dipendenti pubblici che lavoratori in servizio, un dato che fa riflettere e che mette in evidenza come la Pubblica Amministrazione non abbiama ancora raggiunto un equilibrio tra lavoratori in uscita e lavoratori in ingresso cioè assunti.
Secondo i dati diffusi a fronte dei 3,2 milioni di impiegati statali, i lavoratori andati in pensione sono “già” 3 milioni e dal 2021 si potrà concretizzare il sorpasso dei pensionati in favore dei colleghi che sono ancora in servizio, i numeri derivano dallo studio presentato in apertura di “FORUM PA 2020 – Resilienza digitale”, la manifestazione dedicata ai temi dell`innovazione e della trasformazione digitale.
Lo studio oltre a mettere in evidenza questo dato mette in luce anche altri numeri come il personale che ad oggi ha compiuto 62 anni che risulta essere di oltre 540mila persone, il 16,9% del totale dei dipendenti pubblici, mentre sono circa 198mila i dipendenti pubblici che hanno maturato oltre 38 anni di anzianità.
I numeri mostrano una pubblica amministrazione molto anziana, e questo era un dato già ampiamente noto, nonostante negli ultimi anni l’attuale governo e quelli precedenti abbiano iniziato un processo di ricambio generazionale, l’età media dei dipendenti pubblici ad oggi rimane molto alta, l’età media risulta essere di 50 anni, con il 16,9% di dipendenti over 60 e appena il 2,9% under 30.
L’indagine evidenzia anche come 4 dipendenti pubblici su 10 siano in possesso di una laurea, lo studio evidenzia anche il calo degli investimenti in formazione che negli ultimi 10 anni sono passati dai 262 milioni di euro del 2008 ai 154 milioni del 2018, in pratica un investimento medio di 48 euro per lavoratore.