Il lavoro precario interessa più i laureati, oltre il 40% delle precarie è mamma

La disoccupazione in Italia aumenta di anno in anno con piccoli picchi di incremento assunzioni, ma quale sarà la verità in marito a tale problematica che affligge migliaia di disoccupati in attesa di occupazione? Secondo una recente indagine pare che molti italiani pur di intraprendere un lavoro con contratto a tempo determinato o indeterminato si lancia alla prima occupazione anche senza una decente retribuzione e magari in un settore che lo stesso manco conosce pur di racimolare qualche soldo pur andare a vanti in un’Italia così in ginocchio.

Anni fa accedevano ad un lavoro stabile anche coloro in possesso di titolo di diploma di scuola superiore, oggi se si è in possesso di una laurea triennali con specialistica o magari anche di un master sembra non bastare più, infatti l’occupazione atipica al primo lavoro è diffusa anche per titoli di studio secondari superiori o universitari e pare che tale indice cresca all’aumentare del titolo di studio, con dati riportati pari al 21,2% per chi ha concluso la scuola dell’obbligo e al 35,4% per chi ha conseguito un titolo di studio universitario”.

L’indagine compiuta dall’Istat, fa sottolineare appunto a Giorgio Alleva in audizione alla Camera che all’inizio della carriera, il lavoro precario interessa più i laureati. Pare che il lavoro precario riguarderebbe la fascia di età compresa tra i 15-34 anni, tanto che “circa 1 occupato su 4 svolge un lavoro a termine o una collaborazione”, inoltre ha spiegato Alleva, che tale situazione disagiante riguardi non solo i giovani ma anche gli “adulti e i soggetti con responsabilità familiari: nel 2016 un terzo degli atipici ha tra 35 e 49 anni, con un’incidenza sul totale degli occupati dell’8,9%; tra le donne il 41,5% delle occupate con lavoro atipico è madre”.

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