Lo sciopero del giorno 17 maggio per l’aumento degli stipendi e la stabilizzazione dei precari indetto da CGIL, CISL, UIL, Snals, Gilda e dai sindacati di base contro la regionalizzazione della scuola pubblica, era stato annunciato lo scorso 22 marzo ed è stato confermato.
Lo sciopero del 17 maggio infatti resta confermato dai sindacati di base Cobas, CUB, Unicobas, SGB e anche da ANIEF che ritengono opportuno lo sciopero in quanto secondo tali sindacati l’intesa contiene affermazioni di principio molto generiche che non impediranno a Lega e Governo di approvare il progetto di Regionalizzazione della Scuola Pubblica dopo le elezioni europee.
Un altro tema dell’intesa sono gli aumenti degli stipendi che potranno essere stanziate solo nella prossima legge di bilancio, ma pare che non vi siano sufficienti risorse. L’opposizione al progetto di realizzare la Regionalizzazione non è visto di buon occhio in quanto si prevedono con l’autonomia differenziata richiesta dalle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna una frammentazione del sistema di istruzione nelle 20 regioni, con effetti molto negativi per lavoratori e studenti.
Previsti inoltre con la regionalizzazione problemi con i contratti dei Docenti e ATA, che col passaggio dal contratto nazionale ai contratti regionali, avranno un forte peggioramento delle loro condizioni subendo si incrementi di stipendio (tutti da verificare) ma si verificheranno aumenti dell’orario di lavoro, maggiore precarietà, difficoltà nei trasferimenti tra regioni e un aumento del potere dei DS.
Gli studenti invece se attuata la regionalizzazione verranno classificati con istituti e alunni di serie A e di serie B a seconda delle risorse di un territorio in quanto avranno programmi didattici e finanziamenti differenziati per ogni regione e per tale motivo il 17 maggio 2019 scenderanno in piazza scioperando coloro che si oppongono a tali modifiche del progetto di regionalizzazione della Scuola Pubblica.
