Rientro docenti causa algoritmo mobilità, Bussetti: ci vorranno ancora tre anni

Nell’anno scolastico 2015-2016 quando al Governo c’era Renzi, per via di un algoritmo “impazzito” molti docenti precari si sono ritrovati a dover lavorare fuori dalla propria regione in alcuni casi lontani moltissimi kilometri, nonostante i molti ricorsi presentati dai docenti nei confronti di quell’algoritmo impazzito nulla è cambiato, su questa vicenza in questi giorni il Ministro dell’Istruzione ha rilasciato importanti dichiarazioni.

Rientro docenti causa algoritmo mobilità, Bussetti: ci vorranno ancora tre anni

Il Ministro dell’Istruzione Bussetti nel corso di un’intervista alla rivista Panorama ha rilasciato delle dichiarazioni in merito all’algoritmo che nell’anno scolastico 2015-2016 ha spedito molti docenti precari lontano centinaia di kilometri da casa, un algoritmo che una perizia tecnica conclusa nel 2017 ha definito “Confuso, lacunoso, ampolloso, ridondante, elaborato in due linguaggi di programmazione differenti, di cui uno risalente alla preistoria dell’informatica, costruito su dati di input gestiti in maniera sbagliata.”

Nonostante la perizia tecnica abbia riconosciuto tutti i problemi e le lacune dell’algoritmo e nonostante i ricorsi presentati dai docenti nulla è cambiato per quei docenti che sono stati vittima dell’algoritmo, nel corso dell’intervista rilasciata a Panorama il Ministro tocca questo argomenti affermando che ha impiegato 10 secondi per capire come funziona ma purtroppo la questione non è di facile soluzione, secondo il Ministro per poter definitivamente risolvere il problema creato dall’algoritmo ci vorranno ancora 3 anni.

Quindi brutte notizie per i docenti che ancora oggi si trovano a dover insegnare fuori regione, nel frattempo della questione in questi giorni se nè fatto carico anche il Movimento 5 Stelle che attraverso un’ interrogazione con firmatario Marilotti, chiede al Ministro quali sono le iniziative urganti da assumere al fine di consentire il rientro stabile nei luoghi di origine dei docenti del Sud che con la Buona Scuola hanno ottenuto il ruolo nelle province del Nord.

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