Truffe online sul Bonus Cultura 500 Euro (18App), ecco come funzionano

Il Bonus Cultura che permette ai 18enni di beneficiare di un Bonus di 500 euro da spendere per accrescere la propria cultura è presente da diversi anni, istituito dal Governo Renzi ogni anno viene confermato e prorogato per l’anno successivo, non si tratta quindi di un Bonus stabile ma che di anno in anno necessita di un rinnovo.

Truffe online sul Bonus Cultura 500 Euro (18App), ecco come funzionano

Da diversi anni il Bonus Cultura è afflitto dal problema delle truffe che spesso vengono messe in atto nei confronti dei giovani che ne sono i beneficiari, già nel 2017 se ne era occupata Striscia la Notizia, con la truffa delle cartolibrerie, dove l’esercente incassava il bonus, dando in cambio al giovane qualche centinaio di euro in contati, ma non la somma per intero, che poi spendeva come voleva.

Dopo Striscia la Notizia anche la trasmissione Le Iene in questi giorni si è interessata al fenomeno, che nel corso del tempo è mutato, ora le truffe vengono messe in pratica anche in rete, dove i giovani sono adescati da annunci del tipo “Ragazzi del 2000 se volete guadagnare qualche soldo contattatemi in privato non è una perdita di tempo

Annunci di questo genere si trovano su Facebook, nei tanti gruppi di compravendita di qualsiasi cosa, in pratica ai giovani  malcapitati viene proposto in cambio dell’intero Bonus Cultura somme di denaro irrisorie che oscillano tra gli 80 e i 150 euro

Sul sito delle Iene è stata riportata anche la trattativa in nero tra un truffatore online e un ragazzo che si è finto interessato allo scambio. Alla fine, non solo gli sono stati offerti pochissimi soldi in cambio di un Bonus da 500 euro, ma gli si chiedeva anche di trovare altre persone interessate all’accordo, tra i suoi amici neo diciottenni, in cambio avrebbe avuto diciamo una provvigione di 20 euro per ogni trattativa andata a buon fine.

Di fatto, il numero di queste truffe è in aumento e la possibilità di avere dei soldi in contati, anche se pochi, ma subito (ammesso che arrivano per davvero poi sul conto o su postepay), per molti di questi ragazzi sembra una prospettiva irresistibile, anche se capiscono bene di perdere gran parte del Bonus.

Cosa ne faranno del Bonus questi truffatori è al momento materia di indagine, ma è certo che le forze dell’ordine, già a partire da Facebook e dalle chat più popolari come WhatsApp, dovrebbero intervenire per porre fine a questo business criminale che fa leva sull’incoscienza dei diciottenni e sull’assenza di controlli

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