Sebbene i centri estivi rappresentino una spesa necessaria e a volte notevole per numerose famiglie, attualmente non esiste un bonus dedicato a livello nazionale per coprire questi costi. Durante i periodi critici del Covid, lo Stato ha offerto un supporto temporaneo, ma con la fine dell’emergenza pandemica, questo contributo è stato interrotto. Bisogna anche considerare che, ad eccezione di rari casi, le spese per i centri estivi non possono essere detratte dalle tasse. Un’eccezione esiste per i servizi offerti dagli asili nido e limitatamente ai bambini fino a 3 anni, grazie al bonus nido, che permette di recuperare una parte dei costi per la frequenza estiva.
Tuttavia, per i bambini più grandi, le opzioni disponibili sono solo quelle offerte a livello locale, da regioni e comuni.
In aggiunta, esiste un bando annuale dell’Inps, ma è riservato esclusivamente ai dipendenti e pensionati della Pubblica Amministrazione.
Per le famiglie che stanno già pensando all’organizzazione dei mesi estivi e alla scelta di un centro estivo per i propri figli, soprattutto durante le ore lavorative, ecco alcuni suggerimenti utili:
- Verificare le iniziative locali: Alcune regioni e comuni offrono contributi o programmi di sostegno per i centri estivi. Vale la pena informarsi presso l’amministrazione locale per scoprire eventuali agevolazioni.
- Esplorare le opzioni del bonus nido: Per chi ha bambini fino a 3 anni, il bonus nido può essere una risorsa utile per affrontare i costi dei centri estivi.
- Consultare il bando Inps: Se sei un dipendente o pensionato della Pubblica Amministrazione, il bando annuale Inps può offrire un’opportunità per ottenere un sostegno finanziario.
- Ricerca di alternative: A volte, programmi estivi offerti da enti culturali, sportivi o educativi possono rappresentare una soluzione vantaggiosa sia in termini di costi che di offerta formativa.
- Pianificazione anticipata: Iniziare la ricerca e la pianificazione con diversi mesi di anticipo può non solo garantire un posto nel centro estivo prescelto ma anche permettere di accedere a eventuali sconti per iscrizioni anticipate.
Anche in assenza di un bonus nazionale, esplorando queste opzioni si possono trovare soluzioni per gestire al meglio la pausa estiva dei bambini, conciliando le esigenze di cura e lavoro delle famiglie.
L’Emilia Romagna si distingue per l’implementazione di un bonus centri estivi, un’iniziativa volta a supportare le famiglie nella gestione dei costi associati all’iscrizione dei propri figli a centri estivi.
Questo aiuto finanziario, previsto anche per il 2024 grazie a uno stanziamento di 7 milioni di euro, è accessibile a famiglie, incluse quelle monogenitoriali, con entrambi i genitori che lavorano e residenti nella regione. La possibilità di accedere al bonus si estende anche alle famiglie con uno o entrambi i genitori in cassa integrazione, mobilità o disoccupati, a condizione che esista un Patto di servizio attivo con il Centro per l’impiego.
Inoltre, le famiglie con almeno un genitore che si dedica in modo continuativo ai compiti di cura (caregiver), in presenza di una persona con disabilità grave o non autosufficiente nel nucleo familiare, possono fare richiesta del bonus.
Per essere eleggibili, è necessario che l’ISEE della famiglia non superi i 24 mila euro, sebbene questo limite non si applichi alle famiglie con membri disabili. Il bonus è rivolto ai bambini e ragazzi dai 3 ai 13 anni (nati tra il 2021 e il 2011) e prevede un contributo massimo di 300 euro per figlio, con un tetto di 100 euro a settimana.
Questa iniziativa regionale rappresenta un’opportunità significativa per le famiglie emiliano-romagnole, offrendo un sostegno concreto per alleggerire i costi legati all’iscrizione ai centri estivi e promuovendo così il benessere dei bambini e dei loro genitori durante i mesi estivi.
Nonostante la Toscana non offra un bonus regionale per i centri estivi, il Comune di Firenze si distingue per le sue iniziative di supporto alle famiglie, prevedendo agevolazioni per l’iscrizione ai centri estivi pubblici basate sull’ISEE e sul numero di figli. Per l’anno 2024, le famiglie possono accedere a tariffe ridotte presentando l’ISEE per minorenni, che non deve eccedere i 32.500 euro.
Questa politica non è unica a Firenze: molti comuni italiani adottano approcci simili, offrendo contributi diretti o sconti su base ISEE per l’accesso ai centri estivi pubblici.
È dunque consigliabile tenere sotto controllo il sito del proprio comune di residenza per restare aggiornati sulle opportunità disponibili, compresi i bandi relativi ai centri estivi, che possono essere pubblicati in qualsiasi momento nei prossimi mesi.
Oltre alle iniziative comunali e regionali, esistono anche i bonus centri estivi offerti dagli enti bilaterali. Questi organismi, nati dalla collaborazione tra associazioni datoriali e sindacati, mirano a fornire una serie di servizi e benefici, tra cui il supporto alla genitorialità e, appunto, bonus per i centri estivi.
I benefici variano a seconda dell’ente e della regione: ad esempio, l’ente bilaterale terziario della provincia di Padova offre un rimborso del 50% sui costi sostenuti per i centri estivi, fino a un massimo di 200 euro, mentre l’ente bilaterale per il commercio, i servizi e il terziario della Provincia di Venezia propone un bonus di 150 euro (lordi) per un figlio iscritto al centro estivo, che sale a 250 euro in caso di almeno due figli iscritti, con le richieste che aprono dal 15 giugno.
Per le famiglie che non trovano sostegno da parte della Regione o del Comune, indagare sui bonus disponibili tramite gli enti bilaterali o informarsi in azienda su possibili fringe benefit legati ai centri estivi può rivelarsi una strategia vincente, offrendo un ulteriore aiuto nel gestire le spese per l’occupazione dei bambini durante i mesi estivi.