Liceo del Made in Italy, classi con pochissimi alunni, le ultime novità

Liceo del Made in Italy, classi con pochissimi alunni, le ultime novità – Al termine del periodo di iscrizioni scolastiche, l’attenzione si è focalizzata sul neonato liceo del Made in Italy, il quale ha registrato 420 adesioni su tutto il territorio nazionale. Tuttavia, a causa della normativa vigente, alcuni studenti potrebbero essere costretti a scegliere un differente percorso formativo, dato che la possibilità di frequentare il predetto liceo non è garantita per tutti. Le candidature si sono distribuite su 92 istituti, con un tasso medio di 4,5 alunni per istituto.

Questo scenario ha dato vita a situazioni notevoli, tra cui spicca l’iniziativa di un preside nella provincia di Crema. Desideroso di soddisfare la richiesta di un unico studente interessato al liceo del Made in Italy, ha proposto, come misura estrema, di organizzare un sorteggio per trasferire forzatamente gli studenti iscritti al liceo Economico-sociale, considerato affine al nuovo corso, al fine di attivarlo nonostante l’evidente scarsità di iscrizioni. Questa decisione ha suscitato ampie controversie, inducendo a una rapida revisione delle intenzioni iniziali: il liceo del Made in Italy sarebbe stato attivato solo con adesioni volontarie e sufficienti.

La problematica rimane significativa: quale dovrebbe essere l’approccio delle scuole di fronte alla mancanza di un numero minimo di iscritti? Per contribuire a una maggiore comprensione della questione, il sito Skuola.net ha intervistato un’autorevole voce nel panorama educativo, Cristina Costarelli, dirigente del Liceo Newton di Roma e Presidente dell’Associazione Presidi del Lazio, che ha condiviso il suo punto di vista su come affrontare tale sfida.

L’episodio verificatosi a Crema, caratterizzato da una notevole scarsità di iscrizioni al nuovo corso del liceo del Made in Italy, potrebbe non rimanere un caso isolato. Questo percorso di studi, essendo una novità, ha naturalmente riscontrato un numero limitato di adesioni, come anticipato da alcuni esperti del settore educativo. Pertanto, è probabile che situazioni simili possano presentarsi anche in altre regioni d’Italia.

Per quanto riguarda l’attivazione dei nuovi percorsi di studio, è richiesto un numero minimo di iscritti. Secondo il Decreto Presidenziale n.81 del 2009, per avviare una prima classe delle scuole superiori sono necessari almeno 27 studenti, cifra che può ridursi a 20 in presenza di casi di disabilità. Vi è una certa flessibilità, permettendo talvolta di iniziare anche con un numero leggermente inferiore di alunni.

Nel caso in cui non si raggiunga il numero minimo di studenti richiesto per l’apertura di un corso, il dirigente scolastico è tenuto a non attivare la classe. Tuttavia, deve esplorare, in accordo con gli uffici scolastici territoriali, alternative per l’iscrizione degli studenti al percorso desiderato. Se ciò non fosse fattibile, a causa dell’esiguo numero di iscrizioni, si potrebbe richiedere ai genitori degli studenti interessati di optare per un diverso indirizzo di studi, cercando sempre di garantire un’opzione vicina o comunque accessibile.

Il liceo del Made in Italy si trova in una situazione particolarmente complessa, data la sua recente introduzione e il limitato interesse registrato. Una soluzione potrebbe essere quella di indirizzare gli iscritti verso corsi affini, come il liceo economico-sociale, soprattutto in quegli istituti che offrono entrambi i percorsi. Questo approccio necessita però di un’attenta valutazione delle specificità locali.

In merito all’ipotesi di ricorrere al sorteggio, questa viene considerata un’opzione estrema, da adottare solo dopo aver esplorato altri criteri di selezione. Il sorteggio non è previsto nei casi di mancato raggiungimento del numero minimo di studenti, bensì in situazioni dove il numero di candidature supera la capacità di accoglienza dell’istituto, dopo aver applicato criteri oggettivi come la vicinanza domiciliare, la presenza di fratelli già iscritti o condizioni di disabilità.