Smart Working Fragili Pubblica Amministrazione, nessuna proroga, ultime novità

Smart working fragili pubblica amministrazione 2024, nessuna proroga, ultime novità – La proposta di prorogare il regime di smart working per i lavoratori fragili della pubblica amministrazione fino al 30 giugno 2024, avanzata dal Movimento 5 Stelle, è stata respinta. L’emendamento al decreto Milleproroghe mirava a consentire a questa categoria di lavoratori di continuare a beneficiare del lavoro agile, con un impatto finanziario stimato sui 3,3 milioni di euro per le finanze pubbliche.

I lavoratori fragili del settore privato, tuttavia, godono di una situazione più favorevole: per loro, lo smart working rimarrà una possibilità fino al 31 marzo 2024. Per i dipendenti pubblici rientranti in questa categoria, il lavoro agile è già terminato a dicembre 2023, sollevando le critiche delle forze di opposizione che evidenziano una disparità di trattamento tra i due settori.

Per accedere allo smart working, si devono rispettare specifici criteri. Innanzitutto, l’attività lavorativa del dipendente deve poter essere svolta a distanza senza che ciò comprometta la qualità e gli standard di lavoro previsti. Inoltre, sono previste due condizioni per i lavoratori: la fragilità, attestata da una certificazione medica, o essere genitori di minori di 14 anni.

In quest’ultimo caso, si aggiunge un ulteriore requisito: all’interno del nucleo familiare, l’altro genitore non deve essere disoccupato o beneficiario di misure di supporto al reddito legate alla sospensione o cessazione del lavoro.

I lavoratori fragili sono individui riconosciuti come tali in base a specifiche condizioni di salute, come delineato dal decreto interministeriale che elenca patologie croniche con scarso compenso clinico e con particolare connotazione di gravità. Tra queste condizioni rientrano disabilità, patologie oncologiche, obesità severa e gravi malattie cardiovascolari. Per questi lavoratori, lo smart working è diventato un diritto fondamentale per proteggere la loro salute, soprattutto durante il periodo emergenziale legato alla pandemia di COVID-19.

Tuttavia, con la mancata proroga del lavoro agile per i lavoratori fragili del settore pubblico, la situazione cambia. Il 29 dicembre 2023, è stata emanata una direttiva che consente ai dirigenti della pubblica amministrazione di optare per il lavoro agile al fine di tutelare i soggetti più a rischio, senza però rendere questo un diritto assicurato, ma piuttosto una possibilità a discrezione del dirigente.

Questa disposizione viene interpretata dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani come sufficiente, indicando un movimento verso il ritorno in presenza e sostenendo che la regolamentazione dello smart working dovrebbe essere affidata alla contrattazione collettiva.

Dal canto loro, i rappresentanti del Movimento 5 Stelle, Gilda Sportiello e Andrea Quartini, criticano questa risposta come inadeguata, sottolineando la necessità di una tutela più solida per i lavoratori fragili. Essi avevano proposto un emendamento per rendere permanente l’opzione del lavoro agile non solo per i lavoratori fragili del settore pubblico e privato ma anche per i genitori di figli con disabilità grave, proposta che però è stata respinta.

La questione solleva un dibattito più ampio sul diritto allo smart working come strumento di inclusione lavorativa e tutela della salute, in particolare per i lavoratori con esigenze specifiche, evidenziando una differenza di trattamento tra il settore pubblico e quello privato e sollecitando una riflessione sulla necessità di garantire pari condizioni di lavoro sicuro per tutti.