Bonus Bollette 2024 e fringe benefit Dipendenti, Novità in arrivo

Bonus Bollette 2024 e fringe benefit Dipendenti, Novità in arrivo – Quest’anno, i datori di lavoro hanno nuovamente l’opportunità di offrire ai loro impiegati un sostegno finanziario per le bollette di gas ed elettricità. Questo tipo di assistenza può essere categorizzato come fringe benefit, il cui limite di esenzione fiscale è stato ampliato dall’ultima legge finanziaria. Il bonus per le bollette, introdotto per la prima volta nel 2022, è stato confermato anche per i prossimi anni, benché con alcune modifiche relative alle soglie di esenzione.

Di conseguenza, per alcuni lavoratori del settore privato, le bollette domestiche per luce, gas e acqua potrebbero risultare meno onerose del previsto.

Esaminiamo più dettagliatamente le modalità di questo contributo e come i dipendenti possono richiederlo al proprio datore di lavoro. È importante sottolineare che non si tratta di un obbligo per le aziende, ma, considerato che tali contributi sono interamente deducibili dai costi aziendali, molte società hanno scelto di adottare questa iniziativa per supportare i propri dipendenti nel far fronte, almeno parzialmente, agli aumenti delle bollette di luce e gas.

Per quanto riguarda i fringe benefit, inclusi i bonus bollette, nell’anno corrente questi non contribuiscono alla formazione del reddito da lavoro dipendente nei seguenti casi:

  • Quando l’importo totale non supera i 1.000 euro annui per i lavoratori senza figli a carico;
  • Quando l’importo totale non supera i 2.000 euro annui per i lavoratori con figli a carico.

Questa misura rappresenta un’importante agevolazione sia per i lavoratori che per le aziende, fornendo un ulteriore strumento per gestire gli oneri economici in un periodo di rincari energetici.

Il beneficio in questione è disponibile esclusivamente per le aziende che operano nel settore privato, escludendo pertanto le amministrazioni pubbliche. L’Agenzia delle Entrate chiarisce che per “utenze domestiche” si intendono quelle riguardanti il servizio idrico integrato, l’energia elettrica e il gas naturale.

Queste utenze includono:

  • Immobili ad uso abitativo di proprietà o detenuti in base a un titolo idoneo dal dipendente, dal coniuge o dai familiari di quest’ultimo, indipendentemente dal fatto che essi vi abbiano stabilito la residenza o il domicilio, purché sostengano effettivamente le spese relative.
  • Utenze per uso domestico intestate al condominio, come quelle idriche o di riscaldamento.
  • Utenze intestate al proprietario dell’immobile (locatore), in cui, secondo il contratto di locazione, sia previsto un addebito analitico e non forfettario a carico del lavoratore (locatario), del suo coniuge o dei suoi familiari, a condizione che questi sostengano effettivamente le spese.

Il contributo può quindi essere applicato anche a utenze che, pur non essendo direttamente intestate al lavoratore, rientrano in queste specifiche categorie, purché il lavoratore o i suoi familiari si facciano carico delle relative spese. Questa misura è un incentivo per le aziende private a sostenere i loro dipendenti nel far fronte alle spese domestiche, in particolare in un periodo di crescenti costi energetici.

Non esiste una procedura standardizzata per richiedere e ricevere i fringe benefit. Le aziende solitamente mettono a disposizione piattaforme online o rilasciano carte specifiche (simili a quelle dei buoni pasto) attraverso le quali vengono distribuiti i voucher per le spese designate. Per il rimborso delle bollette, tuttavia, è necessario comprovare di esserne effettivamente a carico.

Il datore di lavoro è tenuto a raccogliere e conservare la documentazione pertinente (come fatture e bollette) per giustificare l’importo speso e la sua inclusione nel limite previsto dall’articolo 51, comma 3, del Tuir. In alternativa, può essere richiesta al dipendente una dichiarazione autenticata che attesti il possesso di documentazione comprovante il pagamento delle utenze, specificando elementi identificativi quali il numero della fattura, l’intestatario (e il rapporto con il dipendente se diverso), la tipologia di utenza, l’importo pagato, la data e le modalità di pagamento.

Una circolare dell’Agenzia delle Entrate sottolinea che è fondamentale, per evitare un doppio beneficio sulle stesse spese, che il datore di lavoro acquisisca una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà dal lavoratore. Questa deve attestare che le stesse fatture non sono state oggetto di rimborso, totale o parziale, presso lo stesso o altri datori di lavoro.

Il bonus è applicabile ai dipendenti e ai lavoratori assimilati, escludendo i lavoratori autonomi. Ciò include lavoratori subordinati e parasubordinati (come i collaboratori coordinati e continuativi). Non vi è distinzione tra lavoratori pubblici e privati, ma nel settore pubblico questa tipologia di voucher è praticamente inesistente.

I fringe benefit comprendono anche beni e servizi forniti al coniuge o ai familiari del lavoratore, come definito nell’articolo 12 del Tuir. Questi vantaggi possono essere assegnati su base individuale e riguardano sia i titolari di redditi da lavoro dipendente che di redditi assimilati.

Coloro che ricevono il contributo non sono soggetti a tassazione su di esso, in quanto non è considerato reddito imponibile; analogamente, l’azienda può dedurre completamente tale spesa dal proprio reddito. Questo sistema fornisce un vantaggio sia per i dipendenti che per le aziende, offrendo un meccanismo efficace per gestire le spese energetiche in un periodo di crescenti costi.