Rimborsi Pensione di Reversibilità 2024, ecco i pensionati riceveranno il conguaglio

Rimborsi Pensione di Reversibilità 2024, ecco i pensionati riceveranno il conguaglio – Chi percepisce entrate personali ha diritto a una pensione di reversibilità senza riduzioni. Questa è la situazione attuale, in seguito a una recente decisione della Corte Costituzionale, che ha indotto una revisione parziale del sistema pensionistico. Attualmente, l’Inps sta intervenendo per adeguarsi a tale cambiamento. Il verdetto della Corte Costituzionale riguardo alla pensione di reversibilità

Fino a poco tempo fa, la normativa vigente stabiliva che la pensione di reversibilità erogata al coniuge superstite con redditi propri venisse ridotta proporzionalmente all’aumento del suo reddito personale. In altre parole, più elevati erano i redditi propri, minore era l’importo della pensione di reversibilità.

Questo articolo ha chiarito il funzionamento della pensione di reversibilità, i soggetti aventi diritto e le circostanze in cui non è possibile ottenerla. Tuttavia, la Corte Costituzionale ha recentemente dichiarato incostituzionale la norma che prevedeva una riduzione della pensione di reversibilità in funzione del reddito personale. Di conseguenza, l’Inps è ora chiamato a modificare questa disposizione e a procedere ai rimborsi per coloro che hanno subito riduzioni nella loro pensione di reversibilità. Vediamo quindi chi ha diritto al rimborso e come è possibile richiederlo.

Precedentemente, le regole previdenziali prevedevano una diminuzione della pensione di reversibilità per coloro che percepivano altri redditi. La logica di tale norma era che la pensione di reversibilità dovesse ridursi proporzionalmente all’aumento del reddito personale. Tuttavia, nel giugno 2022, la Corte Costituzionale ha stabilito che tale meccanismo era contrario alla Costituzione. Di conseguenza, l’Inps si impegnerà a restituire le somme indebitamente detratte negli ultimi cinque anni a coloro che hanno ricevuto una pensione di reversibilità ridotta.

L’Inps si sta preparando a effettuare un conguaglio per le pensioni di reversibilità, in seguito alla recente decisione della Corte Costituzionale.

L’istituto previdenziale invierà ai beneficiari un conguaglio relativo agli importi mancanti per il periodo dal 2019 al 2023. A partire dal 2024, invece, il calcolo delle pensioni di reversibilità sarà effettuato in base ai criteri stabiliti dalla Corte. In passato, i tagli venivano applicati ai pensionati con redditi propri superiori a quattro volte il trattamento minimo e che non facevano parte di nuclei con figli minori, studenti o persone con disabilità. Di seguito sono riportati i limiti di reddito annuali oltre i quali venivano applicate le riduzioni:

  • Anno 2019: redditi personali oltre i 20.007,39 euro;
  • Anno 2020: redditi personali oltre i 20.107,62 euro;
  • Anno 2021: redditi personali oltre i 20.107,62 euro;
  • Anno 2022: redditi personali oltre i 20.449,26 euro;
  • Anno 2023: redditi personali oltre i 21.985,86 euro.

Il conguaglio dell’Inps riguarda la pensione di reversibilità, spettante al coniuge superstite o agli eredi in assenza di quest’ultimo. Tuttavia, ci sono alcune esclusioni:

  • Chi ha percepito un reddito inferiore a tre volte il trattamento minimo negli ultimi cinque anni.
  • Chi appartiene a un nucleo familiare con figli minori, studenti o disabili.

È necessario dunque valutare i limiti di reddito annuali dal 2019 al 2023. In sostanza, il conguaglio sarà erogato principalmente a vedove/i di pensionati con alti redditi, nel caso in cui il coniuge superstite abbia redditi notevolmente inferiori. Il conguaglio includerà anche interessi e rivalutazioni.

Per esempio, secondo una simulazione di Altroconsumo, consideriamo una pensione originaria di 150mila euro. Alla morte del percettore, il coniuge superstite avrebbe diritto al 60% di questa somma, ossia 90mila euro. Se nel 2023 il coniuge ha avuto un reddito proprio di 22mila euro, gli spetterebbe una differenza di 500 euro per quell’anno.

Per ricevere il conguaglio della pensione di reversibilità, non è necessario presentare alcuna domanda, in quanto l’Inps procederà automaticamente all’erogazione. Altroconsumo, però, consiglia di verificare i propri diritti, specialmente in situazioni complesse, come la presenza di pensioni da diversi istituti o in caso di decesso anche del coniuge beneficiario.