Didattica digitale, il 90% degli studenti sopra i 16 anni possiede un device personale

La didattica digitale, consolidatasi durante la pandemia, ha lasciato un impatto duraturo, soprattutto attraverso l’adozione diffusa di tecnologie educative. Attualmente, la tecnologia è diventata una presenza stabile nel kit degli studenti italiani. Oltre ai dispositivi onnipresenti come gli smartphone, oltre il 90% degli studenti possiede almeno un dispositivo personale orientato alla produttività, come PC, notebook, tablet o smart paper, dedicati alle attività scolastiche o universitarie. Sorprendentemente, in un caso su tre, sulla scrivania si trovano più di un dispositivo.

Didattica digitale, il 90% degli studenti sopra i 16 anni possiede un device personale

I dati arrivano dall’Osservatorio “Didattica Digitale”, una ricerca condotta in collaborazione con Lenovo. La ricerca ha coinvolto 2.500 ragazzi e ragazze tra i 16 e i 24 anni, corrispondenti agli studenti più adulti, frequentanti l’ultimo triennio delle scuole superiori o iscritti all’università.

La frequenza di utilizzo di questi dispositivi è altrettanto rilevante. Circa la metà degli studenti li utilizza quotidianamente, un dato che aumenta a 6 su 10 nel caso degli studenti universitari. Inoltre, un ulteriore 39% afferma di farne un uso frequente a fini didattici. Solo poco più di 1 su 10, nonostante li abbia a disposizione, li utilizza raramente come supporto allo studio.

Per quanto riguarda gli studenti delle scuole superiori, solo 1 su 5 sostiene di essere incoraggiato dai docenti a utilizzare dispositivi tecnologici come supporto allo studio, mentre il 35% ha ricevuto sconsigli in tal senso. Negli atenei, invece, circa 3 su 10 sono incoraggiati ad utilizzare computer e tablet, anche nell’ambito della didattica quotidiana.

Il classico computer, sia fisso che portatile (notebook), continua a resistere e raccoglie i favori di oltre il 70% degli studenti, con una chiara preferenza per i dispositivi portatili, che sono sicuramente più versatili.

Tuttavia, tablet e smart paper, le “tavolette” di ultima generazione che simulano la scrittura su carta, stanno guadagnando terreno e attualmente sono presenti negli zaini o sulle scrivanie di circa 1 studente su 4.

Quando si tratta di prendere appunti, quasi il 75% degli studenti si affida ancora al classico metodo “carta e penna”. Nelle scuole superiori, la quota di coloro che preferiscono l’approccio analogico supera l’80%, mentre all’università scende al 45%.

Coloro che hanno già fatto la transizione al digitale sottolineano i vantaggi, soprattutto in termini di velocità (indicato dal 34% di loro) e di organizzazione nello studio (afferma il 31%). Altri benefici evidenziati includono la possibilità di viaggiare con zaini e borse più leggeri, eliminando quasi completamente quaderni e block-notes (il principale beneficio per il 14% di questa platea), e l’accesso a contenuti di qualità superiore e più completi (sottolineato dall’11%).

Tuttavia, è importante notare che questa prospettiva rappresenta ancora una minoranza.