Come prepararsi alle vacanze studio all’estero

Le vacanze studio all’estero rappresentano una straordinaria opportunità di crescita personale e culturale per molti ragazzi e adolescenti, che grazie a un’esperienza al di fuori dai confini nazionali, e lontano da mamma e papà, hanno la possibilità di conoscere un mondo nuovo e imparare a cavarsela da soli. Londra è di sicuro una delle mete più gettonate da questo punto di vista, ma al di là della capitale britannica l’elenco di destinazioni apprezzate è molto lungo: giusto per rimanere alla sola Inghilterra, vale la pena di citare Hastings, Brighton e le classiche Oxford e Cambridge, mentre nel resto d’Europa ci sono proposte per tutti i gusti, dall’Irlanda, con Cork e Berlino in primo piano, a Malta, con la capitale La Valletta e St. Paul.

Imparare una lingua

Come noto, le vacanze studio all’estero permettono di migliorare il proprio apprendimento di una lingua straniera, tendenzialmente l’inglese. E chi pensa che ormai i ragazzi di oggi non ne abbiano bisogno, immersi come sono in serie tv sottotitolate e canzoni dei propri beniamini nella lingua di Shakespeare e Beckham, compie un grosso errore: secondo il rapporto Ef Epi dedicato alla padronanza della lingua inglese, infatti, il nostro Paese si classifica solo al 28esimo posto nella classifica mondiale, precedendo di poco la Francia – la ritrosia dei francesi a esprimersi in un idioma diverso da quello natale evidentemente non è solo un luogo comune -, la Russia e l’Ucraina.

In teoria, per imparare bene l’inglese ci sarebbe bisogno di oltre un migliaio di ore di lezione ogni anno: ma non sarebbe meglio abbinare anche la pratica, con un soggiorno sul posto in uno dei tanti Paesi in cui l’inglese è la lingua madre? La scuola da sola sembra non essere sufficiente, insomma, e vale la pena di prendere in considerazione l’idea di affrontare un’esperienza fuori di casa, al di là dei costi economici che essa può comportare.

Un settore che non conosce crisi

In apparenza, il settore delle vacanze studio all’estero sembra non conoscere crisi, almeno stando a sentire le più importanti agenzie internazionali che si occupano di aggregare studenti, anno dopo anno, per spedirli all’estero. Mamme e papà, infatti, ritengono che un investimento sulla formazione sia indispensabile, mentre i datori di lavoro sono portati a giudicare molto positivamente i candidati che nel proprio curriculum e nel proprio passato hanno soggiorni all’estero (le vacanze estive a Ibiza non valgono, ovviamente).

Le offerte sono così tante e le proposte delle agenzie sono così numerose che si rischia di affondare in un mare magnum in cui è difficile orientarsi. Prima di tutto, però, le famiglie sono chiamate a decidere se mandare i propri figli in vacanza da soli o in gruppo. Tutto dipende dalla personalità dei ragazzi, ma anche dal loro livello di autonomia e dall’approccio educativo per cui si vuole optare. Per i giovani che non hanno ancora 17 anni, e che magari si stanno affacciando per la prima volta a una vacanza senza i genitori, il gruppo accompagnato sembra rappresentare la soluzione più indicata, approfittando di una formula che includa anche una polizza assicurativa, il volo e la sistemazione.

I ragazzi più grandicelli, invece, possono provare a osare con una partenza individuale. Una situazione del genere presenta due grossi vantaggi: prima di tutto la possibilità di sperimentare una maggiore autonomia; in secondo luogo, la certezza di evitare la tendenza a parlare in italiano con i propri compagni di viaggio, che renderebbe meno utile l’esperienza. Non è da sottovalutare, inoltre, il piacere di allacciare rapporti internazionali e di stringere amicizie con persone provenienti da altri Paesi, così da incontrare nuove culture e nuove emozioni. Una sistemazione in famiglia, quindi, è la risposta a cui fare riferimento, anche perché permette di toccare con mano la quotidianità del luogo in cui ci si trova.

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