Smart working per il caldo, la nuova proposta del Ministreo Calderone

Contro il caldo sul posto di lavoro presto potrebbe arrivare lo smart working, una recente proposta del Ministro del Lavoro Marina Calderone, vorrebbe introdurre il lavoro agile per combattere il caldo sul posto di lavoro, un tema quanto mai attuale visto le temperature roventi di queste settimane che hanno toccato e superato i 40 gradi in molte città italiane, una proposta presentata anche alle sigle sindacali e e alle associazioni datoriali.

Smart working per il caldo, la nuova proposta del Ministreo Calderone

Prima di entrare del dettaglio della nuova proposta avanzata dal Ministro del Lavoro Marina Calderone riepiloghiamo brevemente che cos’è lo smart working e quali sono gli aspetti positivi del lavoro agile.

Lo smart working, noto anche come lavoro agile o lavoro flessibile, è una modalità di lavoro che permette ai dipendenti di svolgere le proprie attività lavorative al di fuori dell’ufficio tradizionale, utilizzando strumenti digitali e tecnologici per comunicare e collaborare con i colleghi e il datore di lavoro.

In sostanza, lo smart working offre ai dipendenti la flessibilità di lavorare da casa o da altre location diverse dall’ufficio, riducendo o eliminando la necessità di spostarsi fisicamente sul posto di lavoro. Questa modalità di lavoro si basa sull’utilizzo di tecnologie informatiche, connessioni internet, dispositivi mobili e applicazioni software che consentono di svolgere le attività lavorative in modo remoto.

Le caratteristiche chiave dello smart working includono:

  • Flessibilità nel luogo di lavoro: I dipendenti possono scegliere di lavorare da casa, da un co-working space o da qualsiasi altra location connessa.
  • Flessibilità nell’orario: In alcuni casi, i dipendenti possono avere la possibilità di organizzare il proprio orario di lavoro in modo più adattabile, rispettando comunque gli obiettivi e le scadenze lavorative.
  • Uso di tecnologie: Il lavoro agile richiede l’utilizzo di strumenti tecnologici come computer, smartphone, software di collaborazione online, videoconferenze e altre applicazioni per rimanere in contatto con il team e gestire le attività lavorative.
  • Obiettivi e risultati: Lo smart working si basa spesso sul raggiungimento di obiettivi e risultati concordati, piuttosto che sul controllo dell’orario di presenza in ufficio.

Lo smart working può portare a diversi vantaggi sia per i dipendenti che per le aziende. Per i dipendenti, può migliorare il bilanciamento tra vita lavorativa e vita privata, ridurre lo stress legato agli spostamenti casa-lavoro e favorire una maggiore autonomia e produttività. Per le aziende, può aumentare l’efficienza operativa, ridurre i costi legati all’ufficio e ai trasporti e facilitare la gestione del personale.

È importante sottolineare che lo smart working richiede una buona organizzazione, comunicazione e fiducia reciproca tra il datore di lavoro e i dipendenti, al fine di garantire il buon funzionamento e il conseguimento degli obiettivi aziendali.

La nuova proposta del Ministro del Lavoro arriva nella riunione del 20 luglio 2023 a cui hanno partecipato anche i sindacati, INPS, INAIL, Ispettorato Nazionale del Lavoro e le associazioni datoriali.

La proposta ovviamente vuole essere una soluzione tampone da applicare quando il caldo arriva a livelli veramente eccessivi come le temperature di queste settimane.

Il Ministro ha illustrato che al fine di salvaguardare le salute dei dipendenti in presenza di temperature sopra i 35 gradi si potrebbe ricorrere al lavoro a distanza, cosi facendo di eviterebbe lo spostamento e l’esposizione ad alte temperature di milioni di lavoratori nelle ore di punta.

La proposta se diventasse operativi sarebbe una vera e propria novità per il nostro paese e riguarderebbe:

  • lavoratori indoor, cioè “da ufficio” laddove non sia possibile attuare le misure tecniche atte alla riduzione del rischio del rialzo di temperatura. L’ipotesi di Smart Working emergenziale per il caldo potrebbe essere fattibile, in particolare, per coloro che lavorano in edifici scarsamente raffreddati o in ambienti con elevata produzione di calore industriale (ad esempio attività di ufficio o amministrative nel settore manifatturiero o agroalimentare);
  • lavoratori il cui luogo di impiego si trova a una distanza abbastanza importante (non ancora definita) dal proprio domicilio. In questo modo si eviterebbero spostamenti in auto o con i mezzi pubblici, con la conseguente esposizione dei lavoratori alle alte temperature nel tragitto casa lavoro.

Ovviamente, sarà poi il Ministero stesso, con un provvedimento ad hoc – se la proposta dovesse ricevere l’ok delle parti coinvolte – a identificare precisamente quali settori possono essere coinvolti nello Smart Working d’emergenza per il caldo.