La possibilità da parte degli alunni di poter portare il proprio pranzo da casa e consumarlo nella mensa della scuola, è sempre stato un argomento molto discusso e dibattuto, da un lato le scuole che si sono sempre dette contro questa pratica per via delle norme sulla sicurezza del cibo portato dall’esterno, dall’altro lato i genitori che invece erano a favore di questa soluzione, tanto che in alcuni casi si sono rivolti anche al tribunale.
Recentemente proprio sulla possibilità di portare il pranzo da casa si è espresso il TAR della Lombardia il quale ha dato l’ok a poter consumare pranzi portati da casa nella mensa della scuola, in poche parole questo sancisce il TAR, ma vediamo il caso nello specifico e cerchiamo di capire anche le motivazioni che hanno spinto il Tribunale in favore di questa sentenza.
Il ricorso al TAR della Regione Lombardia è stato presentato da 6 famiglie riunite dopo che, nelle scuole, era stato ripristinato il servizio mensa scolastica precedente alla pandemia. Ma la questione aperta dai genitori non si riferisce solo all’aspetto economico del pasto (5 euro giornalieri) ma anche al malcontento della maggior parte degli studenti circa la qualità del cibo.
La dirigenza della scuola, lo scorso 7 settembre 2022, attraverso un comunicato aveva negato questa opportunità alle 6 famiglie.
Il Tar ha dato ragione alle Famiglie ed ha riconosciuto la possibilità agli alunni delle primarie “Villa” e “Oggioni” e della secondaria “Fermi” di portarsi il pranzo da casa e consumarlo nella mensa scolastica.
In base alla pronuncia del Tar cade l’efficacia della circolare scolastica del 7 settembre 2022, ora la scuola dovrà consentire l’autorefezione nei locali della mensa in quanto capace di provvedere all’organizzazione.
La battaglia però non è del tutto conclusa. Le famiglie hanno lanciato una raccolta fondi sulla piattaforma Gofundme per affrontare le spese legali e consentire il diritto al pranzo preparato da casa a tutte le mense scolastiche villasantesi.
“Raccogliamo fondi per vincere una causa legale che consenta alle famiglie di poter scegliere la cosiddetta autorefezione. Ciò consente di risparmiare sui costi, spesso onerosi, dei servizi di mensa comunale, oltre che essere più autonomi nella scelta di che cosa far mangiare ai propri figli”.