La Cgil chiede il Congedo parentale Covid anche in smart working

La Cgil reputa necessario il congedo parentale Covid anche in caso di smart working, e con tale proposta ha chiede al governo di intervenire in merito con il prossimo decreto Sostegni. Già lo scorso anno  il congedo parentale Covid è alternativo allo smart working ed è stato reintrodotto dal decreto legge del governo in vigore dal 15 marzo per i genitori con i figli fino a 14 anni in didattica a distanza, ma anche per quarantena o contagio, retribuito al 50%.

A tal proposito la Cgil chiede che il congedo parentale possa essere fruito anche dai genitori che svolgono l’attività lavorativa in modalità agile, e per tale motivo si chiede la correzione del decreto Sostegni. Nei prossimi giorni in  Consiglio dei Ministri si deciderà il da farsi sui congedi parentali covid e la Cgil ha chiesto di intervenire su tale argomento.

La Cgil chiede che non venga scaricato il peso della grave situazione pandemica che si sta affrontando sulle famiglie e in particolare sulle lavoratrici, in quanto lo smart working è lavoro a tutti gli effetti e pertanto non può considerarsi alternativo al congedo parentale per i figli minori di 14 anni.

Il Sindacato chiederà l’eliminazione dell’incompatibilità tra l’accesso ai congedi e lo smart working, in quanto le due misure non possono essere alternative: lavorare da casa è lavorare, e quindi incompatibile con la cura e l’assistenza ai figli under 14 in Dad e lo stesso vale anche per la possibilità di fruire del bonus baby sitter anche in caso di smart working.

Aumentare il valore dell’indennità per il congedo parentale Covid del 2021 e che l’importo sia superiore al 50% della retribuzione, perché il supporto economico per le famiglie è  insufficiente e includendo tutte le famiglie in tale indennità ( comprese le famiglie quelle omogenitoriali).

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