Università e disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), ecco cosa sapere

Lo stato italiano riconosce il diritto allo studio anche per chi è soggetto a un disturbo specifico dell’apprendimento e si impegna a garantire pari opportunità tramite adeguate misure. Tutto questo è scritto chiaramente nella legge 170 del 2010 e si applica all’intero percorso scolastico, compreso quindi il periodo dell’università.

I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) sono dei disturbi di origine neurobiologica che comportano difficoltà in alcune abilità chiave del percorso scolastico: lettura, scrittura e capacità di far di conto. In particolare vengono oggi identificate quattro tipologia di DSA:

  • dislessia (quando sussistono delle difficoltà nella lettura);
  • disgrafia (quando sussistono delle difficoltà nello scrivere sia a livello grafico e che motorio);
  • disortografia (quando sussistono delle difficoltà nella corretta scrittura anche a livello ortografico);
  • discalculia (quando sussitono delle difficoltà nell’ambito matematico).

Dalle 4 tipologia di Dsa oggi riconosciute è lapalissiano che uno studente con DSA incontra enormi problematiche nell’abito scolastico, sia nelle scuole medie inferiori ma anche nel mondo universitario. Ciononostante i disturbi dell’apprendimento non vanno ad impattare la sfera cognitiva: infatti le persone interessate hanno un’ intelligenza nella norma, le difficoltà riguardano solo la sfera specifica interessata dal disturbo.

Per questo se si riesce a superare lo scoglio del disturbo gli studenti universitari con DSA hanno possibilità di laurearsi esattamente come i loro coetanei.

Tra i vari disturbi dell’apprendimento la dislessia è quello che può causare maggiori problemi, visto che la sfera della lettura è particolarmente importante per lo studio universitario. Fortunatamente crescendo i ragazzi con DSA, che sono in genere molto intelligenti, imparano a supplire al disturbo compensando con altre abilità e dove non riescono potranno comunque contare su strumenti compensativi.

La possibilità di requentare un corso universitario, come ci spiega la dottoressa Marta Marsano, psicologa titolare del sito Info DSA, deve essere ponderata dal ragazzo, con la consapevolezza delle proprie difficoltà ma anche delle proprie risorse. Con la giusta motivazione e con il supporto a cui ogni persona con DSA può laurearsi con successo.

Gli uffici SDDA dell’università a cui presentare la certificazione DSA

Per garantire il diritto allo studio degli universitari con dislessia o altro DSA, citato chiaramente anche nelle linee guida MIUR, le università devono dotarsi di appositi uffici SDDA (servizi per la disabilità e i DSA).

Questi uffici svolgono un ruolo di interfaccia tra l’ateneo e studenti disabili o con problemi d’apprendimento e le loro famiglie.

Un ragazzo con DSA per ottenere le misure utili a compensare il suo disturbo deve presentare all’ufficio universitario competente la certificazione, in particolare la diagnosi clinica, possibilmente in cui lo specialista indica quali sono gli strumenti indicati per il suo caso specifico.

In molte università lo studente può essere anche affiancato da un tutor, che non è un tutor dsa specialista, ma un altro studente che possa supportarlo nel seguire le lezioni e in generale le attività dell’ateneo.

Diritti di uno studente con DSA all’università

Quando uno studente con DSA riconosciuto e diagnosticato si presenta all’università ha una serie di importanti diritti che hanno lo scopo di compensare il disturbo.

Questi diritti non sono delle facilitazioni, l’università affrontata da chi ha un disturbo d’apprendimento deve richiedere un impegno normale, si tratta solo di far sì che il DSA non sia ostacolo alla carriera universitaria.

I diritti dei DSA cominciano con i test d’ingresso, dove è riconosciuta la possibilità di avere un tempo maggiore per svolgere le prove e impiegare strumenti compensativi come video scrittura o calcolatrice non scientifica per aiutarsi nel test.

Durante il corso universitario si ha diritto anche a condizioni particolari nello svolgimento dell’esame, concordando con il professore. Questo si può tradurre in un maggior numero di esami in forma orale e sempre un discorso di avere più tempo a disposizione e gli strumenti indicati al caso specifico dello studente.

Gli strumenti compensativi sono utili anche a lezione, dispositivi quali registratori o smart pen possono essere molto utili in caso di dislessia, disgrafia o disortografia e permettono allo studente di concentrare la sua attenzione sul contenuto della materia, mettendo da parte le fatiche dovute al disturbo.

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