Riscatto della Laurea 2019 e Pensione: Ultime Novità introdotte dal Decreto Legge

Con il decreto che ha messo nero su bianco le regole della Quota 100 per andare in pensione nel 2019 sono state introdotte anche delle novità per il riscatto della laurea 2019 ai fini pensionistici, in particolare riscattare la laurea nel corso del 2019 costerà di meno rispetto al passato.

Riscatto della Laurea 2019: Ultime Novità introdotte dal Decreto Legge

In particolare coloro che vorranno utilizzare il riscatto della laurea ai fini pensionistici si troveranno a pagare circa 5.241,30 euro di contributo annuo da pagare per ogni anno di studio, rispetto ai costi sostenuti negli anni passati riscattare la laurea costerà quindi di meno, le novità per il riscatto della laurea sono state introdotte dal decretone( Quota 100, Riforma Pensione 2019 e Reddito di Cittadinanza), al cui interno viene inoltre stabilita una modalità di contribuzione ridotta possibile fino a 45 anni d’età

La Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ha calcolato che lo sconto introdotto dal recente decreto è sostanzioso, un lavoratore dipendente in regime contributivo, che guadagna 40mila euro avrebbe infatti pagato circa 13.200 euro l’anno, in pratica grazie al decreto chi è interessato a riscattare gli anni di studio della laurea potrà godere di uno sconto del 60% rispetto al passato.

L’assegno finale non sarà più vantaggioso – Altra novità riguarda l’assegno finale che non sarà vantaggioso come in passato, quando si effettua il riscatta del periodo di studi aumenta sia l’anzianità assicurativa che quella contributiva, in pratica salgono gli anni di contributi accantonati e aumenta la misura dell’assegno di pensione, con le novità introdotte dal Governo con il recente decreto aumenta la anzianità assicurativa e contributiva ma non aumenta il valore della pensione.

Come avviene oggi il calcolo – Per quanto riguarda il calcolo se il periodo di laurea è successivo al gennaio 1996, il calcolo per il riscatto di quegli anni si determina in base all’aliquota Irpef (la stragrande maggioranza dei lavoratori dipendenti è nell’aliquota del 33%) sulla retribuzione lorda del richiedente moltiplicata per gli anni di studi per i quali si chiede il riscatto.

Si tratta quindi di cifre molto considevoli e ovviamente riguarda chi un lavoro ce l’ha. Ma anche chi è inoccupato potrebbe chiedere il riscatto. In questo caso si utilizzano le aliquote dell’assicurazione generale obbligatoria (Ago) applicate al reddito annuo minimo imponibile degli artigiani e commercianti. In tutti i casi di riscatto c’è la possibilità di rateizzare in 10 anni i contributi da versare

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