Telecamere a Scuola, c’è il sì della Camera alla proposta di legge

Non poco tempo fa la deputata della Lega Elena Murelli, ha presentato una proposta di legge per introdurre le telecamere a scuola negli asili nido e nelle RSA, a distanza di qualche tempo ieri la camera ha approvato questa proposta di legge per cercare di arginare il fenomeno dei maltrattamenti e delle violenze sui minori e sugli anziani nelle case di riposo.

Dell’introduzione delle telecamere negli asili nido e nelle case di riposo se na parla da anni, sono state diverse le proposte di legge presentate ma tutte si sono poi arenate nelle lungagini della politica e burocrazia italiana, ma pochi giorni fa c’è stata una svolta in tal senso, la Camera ha infatti approvato la proposta di legge presentata tempo fa dalla deputata della Lega Elena Murelli.

Un risultato positivo che è stato raggiunto granzie anche al lavoro fatto nella scorsa legislatura, infatti nel corso del 2016, da relatrice del provvedimento, avevo già portato la stessa Camera all’approvazione della mia proposta che quest’anno, così come previsto dai regolamenti parlamentari, proprio per il fatto di essere stata ripresentata, tale e quale in ogni suo punto, dalla collega Calabria ha potuto godere di un iter legislativo accelerato nello stesso ramo del Parlamento” così Gabriella Giammanco, Vice presidente di Forza Italia al Senato.

L’iter della proposta non è ancora terminato, per diventare legge infatti serve ancora la conversione in legge al senato, un passaggio non facile visto che già nel 2016 la medesima proposta si era bloccata proprio al senato, sulla proposta molti i commenti positivi come quello di Gabriele Toccafondi, deputato di Civica Popolare, il quale ha spiegato che la proposta ha molti punti positivi: dalla formazione alla valutazione, dai concorsi e quindi dalla selezione alle verifiche sulle strutture.

Ma l’art. 5 della legge prevede la possibilità di installare telecamere in ogni stanza e angolo delle strutture. Una risposta costosissima e impraticabile che non aiuta e non risolve i problemi di sicurezza. Meglio, molto meglio lavorare ed investire su formazione, selezione, controlli. Non possiamo permetterci di far decadere nel sospetto permanente i rapporti fra familiari dei bambini e degli anziani e insegnanti e operatori”.

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