Stipendi Docenti – Quanto dovrebbe guadagnare un Insegnante?

Questo è il quesito che fa discutere da anni e che non azzittisce il popolo degli interessati, basti pensare che non solo è un lavoro in cui si mescolano passione, pazienza e bravura nella materia che si insegna, ma che a volte ci si ritrova a fare anche da psicologo per studenti e famiglie instaurando un rapporto di supporto per studenti con difficoltà, insomma una vera e propria missione che però pare non essere ricompensata con il giusto stipendio.

Il Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti in una recente intervista afferma che gli insegnanti dovrebbero percepire uno stipendio eguagliato a quello di un medico o di un magistrato, ma purtroppo non nasconde le difficoltà delle finanze pubbliche per erogare stipendi all’altezza del ruolo di insegnate.

I docenti italiani grazie al rinnovo del contratto 2016/18 hanno percepito un aumento medio di circa 50 euro, sebbene una piccola goccia è già un piccolo passo in avanti che però pare che già dal 1° gennaio 2019 tale piccolo aumento non sarà più erogato se non verranno trovate ulteriori risorse.

Il Ministro Bussetti afferma poi che una delle sue priorità sarà quella di implementare gli stipendi del personale scolastico e tali affermazioni arrivano proprio subito dopo l’accordo delle organizzazioni Confederali in merito ai mini-aumenti e sugli arretrati, dopo un blocco quasi decennale.

L’Anief in ogni caso si dice sin d’ora pronta per nuove trattative per rinnovare il contratto sottoscritto lo scorso aprile direttamente all’Aran, il tutto grazie alla rappresentanza sindacale raggiunta a seguito del recente rinnovo delle Rsu d’istituto.

L’unica condizione predisposta per il nuovo contratto sarà la salvaguardia degli aumenti già corrisposti e lo sblocco dell’indennità di vacanza contrattuale tenendo conto dell’inflazione e dell’indice previsionale legato al tasso Ipca.

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal dichiara che in primis parteciperà alla trattativa con l’Aran assicurandosi di rivedere le parti normative del contratto palesemente lacunose, e sottolineando poi i problemi legati alla mobilità, facendo così riscrivere un nuovo testo che finalmente si collochi dalla parte di tutti i lavoratori, andando a porre fine finalmente a tutte le attuali discriminazioni.

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