Come tutti oramai sapranno il nuovo Ministro dell’Istruzione è Marco Bussetti, un Ministero quello presieduto da Bussetti davvero molto caldo, sono tante le questioni aperte ed ereditate dal precedente governo e che urgono una soluzione, tra le questioni più importanti da risolvere c’è sicuramente quelle dei Diplomati Magistrale che attendono da diversi mesi di conoscere il proprio destino, nell’articolo facciamo il punto della questione e vedremo quali sono le novità che attendono le migliaia di insegnanti.
Sulla questione dei Diplomati Magistrale è intervenuto l’Avv. Miceli del Foro di Palermo il quale evidenzia che i docenti non chiedono certo una sanatoria, ma che venga riconosciuto quanto era loro prima della sentenza, l’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato si è espressa sul quadro normativo vigente nel mese di dicembre del 2017. Ma il quadro normativo può essere cambiato dal legislatore in qualsiasi momento. Inoltre, non si tratta di una decisione definitiva in quanto tutti i sindacati hanno chiesto ai propri legali di impugnarla davanti alla Corte di Cassazione. Anief, inoltre, ha presentato un ricorso alla CEDU e un reclamo collettivo al Consiglio d’Europa.
Ad essere definitive sono invece le 8 sentenze del Consiglio di Stato e alcune decine di sentenze del Giudice Ordinario che hanno inserito a pieno titolo numerosi docenti in possesso del diploma magistrale nelle Graduatorie ad esaurimento.
Sulla questione è intervenuto anche lo stesso Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti il quale ha precisato che le sentenze non si commentano, ma vanno applicate, ciononostante il Ministro ha tenuto a precisare che il suo staff Ministeriale è al lavoro per trovare una soluzione contempera gli interessi delle parti coinvolte per evitare impatti negativi sulla qualità del sistema di istruzione italiano.
Il Ministro prosegue anche sui Concorsi, per i quali si rende necessario che funzioni che garantisca concorsi regolari, una normativa dedicata ai concorsi che non cambi continuamente , servono disposizioni precise per chi partecipa. Anche con riferimento alla permanenza territoriale. Non dobbiamo svuotare territori, penso al Sud, portando gli insegnanti altrove. Ma bisogna anche sapere che se si partecipa a un concorso in un’altra regione, per avere maggiori occasioni di lavoro, non si può poi pretendere un repentino ritorno a casa lasciando la scuola senza insegnanti. Ripeto: servono regole chiare”.