Scuola: la proposta per ridurre a 4 anni le Scuole Superiori

Già negli anni scorsi l’idea di diminuire gli anni scolastici delle superiori da 5 a 4 era stata presa in considerazione dal Ministero dell’Istruzione, ma poi tale vicenda non si è conclusa a buon fine. Oggi pare che tale idea sia stata ripresa in considerazione e pare che si stia riprendendo la marcia la prima su scala nazionale, tale modifica arriva nella forma della bozza di decreto che autorizza 100 prime classi degli istituti scolastici del secondo ciclo includendo istituti tecnici e professionali, licei sia statali che paritari.

Tale provvedimento di diminuzione di un anno scolastico per chi frequenta le scuole superiori sembrerebbe pronto per essere adottato per partire ufficialmente a settembre 2018.

Tale notizia ha comportato una serie di osservazioni, da parte del Consiglio superiore della pubblica istruzione (Cspi),

La ministra Valeria Fedeli ha deciso di attuare la bozza di norma già discussa qualche anno fa, niente altro che una sperimentazione quella che avrà inizio nel 2018, presidiata dal ministero, con linee guida preventive, vigilanza per evitare possibili abusi e scorciatoie e soprattutto per evitare ripercussioni negative sui docenti.

Ha assicurato V.Fedeli che nonostante l’attuazione della diminuzione dei 5 anni scolatici non ci sarà nessuna riduzione di organico docente.

Ma quali saranno i benefici di tale riduzione anni scolastici?

Ebbene oggi arrivare al 5 anno di scuola superiore significa, se non si è stati bocciati, di conseguire il titolo di Diploma a anni 19, con tale decreto che prevede l’abbreviazione di un anno del percorso di studi permetterà di far conseguire il diploma ai ragazzi ad anni 18.

In altri paesi europei tale norma è stata inoltrata già da anni e come obiettivo principale non solo ha il compito di inoltrare prima gli studenti nel mondo lavorativo, ma anche il compito di non permettere più l’abbandono degli studi scolastici.

Carmela Palumbo, capo da anni della dg per gli Ordinamenti scolastici e la Valutazione del Miur spiega:

«Non è un nuovo indirizzo di studi, ma una vera e propria sperimentazione metodologica.

L’esame di Stato rimane lo stesso, e identico sarà anche il diploma finale conseguito dagli alunni. Il senso di questa iniziativa è capire se in quattro anni si riusciranno a raggiungere i medesimi obiettivi formativi di un percorso quinquennale».

L’attuazione di tale nuovo decreto inoltre prevede che le scuole interessate a partecipare alla sperimentazione proposta dovranno presentare un progetto, caratterizzato da un elevato livello di innovazione didattica, chiedendo l’attivazione di prime classi con in media 25-30 alunni.

Ma non si pensi che il percorso di studio abbreviato sia una diminuzione di formazione e preparazione per gli studenti, anzi il percorso di studi “abbreviato” prevede un potenziamento delle lingue, valorizzazione delle attività di laboratorio, alternanza scuola-lavoro, e progetti di mobilità internazionale.

Leave a Reply