Laureati in fuga dall’Italia, nel 2017 la metà pronta a partire.

La fuga di cervelli dal nostro paese verso altri paesi esteri è un fenomeno che con gli anni si acutizza sempre di più, ma il 2017 potrebbe essere l’anno record delle partenze dei laureati italiani, a dirlo è il XIX Rapporto sul Profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati italiani, realizzato dal Consorzio interuniversitario AlmaLaurea e presentato ieri nell’Università di Parma durante il convegno Università e skill nella seconda fase della globalizzazione, e ciò che emerge dal rapporto non sono certo numeri incoraggianti per le nostre università ma soprattutto per i laureati italiani.

Entrando nel dettaglio del rapporto si legge che il 49% dei laureati italiani si dice disposto a lasciare l’italia per trasferisci in un’altro stato estero, lo scorso anno questa percentuale era del 38% e solo dopo 1 anno è aumentata dell’11%, il 35% dei laureati sarebbe disposto addirittura a trasferirsi in un’altro continente, mentre il 27% si dichiara disponobile ad effettuare trasferte anche frequenti e anche a trasferire la propria residenza nel 52% dei casi.

Ma quali sono i fattori che spingono i nostri laureati ad emigrare sempre di più? Bhe i fattori sono davvero tanti, in primis la mancanza di lavoro che per i laureati negli ultimi anni è aumentata sempre di più, secondo i dati di settore rispetto al 2008 il tasso di disoccupazione è quasi raddoppiato passando per le lauree triennali dall’11% al 21% e per le magistrali dall’11% al 20%, le università italiane purtroppo oggi non garantiscono quasi nulla, i laureati che svolgono lavori che non sono per nulla attinenti il loro percorsi di studi sono tantissimi ed ogni anno aumentano ancora di più.

Questo ovviamente crea un senso di frustrazione nei giovani laureati italiani non solo per i lavori modesti che sono costretti a svolgere ma soprattutto perche si pentono di aver investito altri 5 anni della loro vita in un percorso accademico che non è servito praticamente a nulla.

Altro motivo che spinge i laureati italiani ad emigrare è sicuramente il fattore retribuzione, nei paesi esteri le retribuzioni medie percepite sono notevolmente superiori a quelle degli occupati in Italia: i laureati magistrali biennali guadagnano (a cinque anni dal titolo) 2.202 € mensili netti, contro i 1.405 € dei colleghi che restano in italia a svolgere il medesimo lavoro.

A cinque anni dalla laurea infatti la retribuzione mensile netta in Italia è pari a 1.362 euro per i laureati triennali e 1.405 euro per i colleghi magistrali biennali.

Insomma un quadro che non è per nulla positivo, le università italiane oltre a farsi pagare cospique rette dovrebbero mettere in atto delle politiche di integrazione con le grandi aziende italiane e straniere che operano in italia, le università dovrebbero avere il compito di facilitare l’introduzione dei giovani laureati nel mondo del lavoro, ma purtroppo ad oggi questo anello di congiunzione manca del tutto o quasi.

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