Visite fiscali, ecco le novità dopo la sentenza del Tar

Recentemente c’è stata una sentenza del Tar del Lazio in materia di visite fiscali relative agli orari per i dipendenti pubblici e privati, ricordiamo che tutti i lavoratori dipendenti siano essi pubblici o privati, quando sono in malattia sono sottoposti alla visita fiscale da parte dell’INPS, l’ente infatti paga i lavoratori che sono in malattia e per questo ha anche il compito di verificare se effettivamente sono in malattia e che sono presenti a casa, infatti tranne casi specifici, i lavoratori in malattia non possono uscire di casa.

La sentenza del Tar del Lazio è datata 3 novembre 2023 e come abbiamo anticipato riguarda gli orari delle visite fiscali ed interviene su un particolare apsetto del decreto legge Madia-Poletti, secondo la sentenza i lavoratori dipendenti pubblici devono essere reperibili nelle seguenti fasce orarie:

  • Dalle 09:00 alle 13:00;
  • dalle 15:00 alle 18:00.

Mentre i lavoratori dipendenti privati, devono essere reperibili nelle seguenti fasce orarie:

  • Dalle 10:00 alle 12:00;
  • dalle 17:00 alle 19:00.

Alla luce di quanto evidenziato le due categorie di dipendenti hanno trattamenti diversi per quanto riguarda le fasce orarie di reperibilità non solo perché le fasce orarie sono differenti ma addirittura perché cambia la durata totale del periodo in cui possono ricevere le visite.

Infatti i lavoratori pubblici dovranno trovarsi al domicilio per 7 ore totali mentre per i lavoratori privati appena 4 ore, quasi la metà del tempo.

Ricordiamo che il decreto Madia-Poletti, numerato 206/2017, è il regolamento che governa l’inquadramento delle visite fiscali per i dipendenti pubblici. Il decreto stabilisce le fasce orarie di reperibilità, nonché la sua estensione nei giorni festivi e non lavorativi, anche per coloro che sono assenti per malattia. Tuttavia, ci sono eccezioni alla reperibilità per validi motivi. Queste regole sono estese anche ai dipendenti privati.

Il datore di lavoro ha il dovere di richiedere l’accertamento di malattia se l’assenza del dipendente comincia un giorno prima o un giorno dopo un giorno non lavorativo, ma ha il potere discrezionale di effettuare ulteriori controlli. Gli accertamenti possono essere richiesti direttamente dall’Inps. L’unico aspetto che separa l’ambito pubblico da quello privato è la durata complessiva e le fasce orarie di reperibilità.

Il Tar del Lazio ha stabilito che tale differenza sia illecita. In ogni caso, il tono di voce di questo testo deve essere serio e professionale, evitando di rivolgersi al lettore e di utilizzare esclamazioni.

Il sindacato della polizia penitenziaria, Uilpa Pp, ha presentato una denuncia al Tar riguardo alla disparità di trattamento dei dipendenti pubblici in materia di visite mediche, richiedendo l’annullamento del decreto Madia-Poletti. I giudici del collegio Tricarico-Gallo-Battiloro hanno accolto il ricorso del sindacato, dichiarando che l’attuale regime contraddice l’articolo 3 della Costituzione, che stabilisce l’uguaglianza tra tutti i cittadini di fronte alla legge.

In particolare, i giudici hanno notato che il sistema attuale destinato ai dipendenti pubblici è penalizzante rispetto a quello applicato ai lavoratori privati. Inoltre, è stato evidenziato che l’evento di malattia, che provoca l’indennità e l’obbligo delle visite mediche, non può essere trattato diversamente poiché si basa sui medesimi diritti di ogni individuo.

Inoltre, la diversità di orario di reperibilità (sette ore per i dipendenti pubblici e quattro ore per i privati) può scoraggiare i lavoratori dall’usufruire dell’indennità garantita dalla legge. Questa situazione è inaccettabile e contraria all’articolo 32 della Costituzione, che protegge il diritto universale alla salute.

La recente sentenza del Tar del Lazio ha un significato rilevante poiché i futuri atti amministrativi dovranno attenersi all’annullamento del decreto Madia-Poletti, in modo da uniformare la disciplina sulle visite fiscali. È importante sottolineare che la sentenza ha un valore conformativo, il che significa che le autorità devono adeguarsi all’annullamento del decreto in questione.

Tuttavia, potrebbe essere presentato un ricorso al Consiglio di Stato entro 60 giorni, il quale potrebbe emettere una sentenza differente. Inoltre, la sentenza del Consiglio di Stato potrebbe a sua volta essere contestata in Corte di Cassazione.

La situazione è quindi incerta e non è possibile prevedere l’esito di eventuali ricorsi.

Nonostante ciò, il sindacato ha invitato il governo ad adattare il decreto sulla base della decisione emessa dal Tar.

È ad ogni modo troppo presto per stabilire quali saranno le applicazioni della sentenza, anche se l’uniformazione delle visite fiscali è un tema da tempo sostenuto da diversi esponenti. In ogni caso, è importante che le autorità comprendano la portata della sentenza e agiscano di conseguenza.