Continuano gli sms di sospensione da parte dell’INPS per il reddito di cittadinanza, dopo la prima ondata che ha visto sospendere il rdc a circa 170.000 beneficiari ora sono in arrivo altri 3.0000 sms che informeranno i cittadini dell’imminente sospensione del sussidio introdotto dal movimento 5 stelle e smantellato dal Governo di Giorgia Meloni, nell’articolo vediamo quali sono le ultime novità e cosa fare in caso di sospensione.
Reddito di cittadinanza sospeso, altri 30.000 SMS in arrivo, ecco per chi
Continua la lente ed inesorabile cancellazione del reddito di cittadinanza annunciata già ad inizio 2023 con la formazione del nuovo governo di Giorgia Meloni, nelle settimane scorse ha creato molto malumore la ricezione dell’SMS da parte dell’INPS a circa 170.000 famiglie circa la sospensione del sussidio mensile, in molte città del sud, dove sono stati ricevuti la maggior parte degli SMS, molte persone hanno protestato davanti alle sedi provinciali dell’INPS.
Ora toccherà ad altre 30.000 famiglie ricevere l’sms che conferma la sospensione del reddito, per loro la rata di agosto 2023 sarà l’ultima che riceveranno, anche queste 30.000 sospensioni sono previste dalla fase transitoria del Reddito di Cittadinanza che prevede la graduale sospensione del sussidio, che potrà essere percepito fino al 31 dicembre 2023 per determinare famiglie, poi verrà sospeso per tutti.
Infatti, con l’abolizione del Reddito di Cittadinanza, al suo posto entrano in scena l’Assegno di Inclusione (ADI) dal 1° gennaio 2024 o il Supporto per la formazione e il lavoro dal 1° settembre 2023.
Ricordiamo che la fase transitoria prevede che possono percepire il Reddito per 12 mesi dal 1° gennaio e fino al 31 dicembre 2023:
- i nuclei familiari con minori, disabili o over 60 continueranno a prendere il RdC fino al dicembre 2023. Poi potranno aver diritto all’Assegno di Inclusione (ADI) dal 1° gennaio 2024 facendo nuova domanda;
- i “non attivabili al lavoro”. Queste persone prese in carico dai servizi sociali dei Comuni, avranno diritto al RdC fino alla fine dell’anno 2023 secondo specifiche condizioni.
Mentre possono percepire il reddito per un massimo di 7 mesi, non oltre il 31 dicembre 2023:
- chi non ha minori, disabili o over 60 nel nucleo familiare ed è attivabile;
- chi non è stato preso in carico dai servizi sociali (termine 31 ottobre 2023) perché attivabile al lavoro.
Molte famiglie che si trovano in questa situazione si chiedono cosa fare quando il reddito viene sospeso, al momento le famiglie hanno due opzioni:
- se avete verificato il vostro diritto alla misura, potete chiedere chiarimenti all’INPS oppure al vostro Comune di residenza o domicilio per l’eventuale presa in carico;
- se vi siete accertati di non aver più diritto al RdC, potete richiedere, se in possesso dei requisiti, il Supporto per la formazione e il lavoro dal 1° settembre 2023.
Riattivazione del Reddito di Cittadinanza dopo Sospensione, ecco come fare
Non tutti sanno che il reddito di cittadinanza (RDC) può essere riattivato in determinati casi.
La riattivazione del reddito può esserci solo quando avviene quando la presa in carico degli ex beneficiari da parte degli assistenti sociali arriva all’Inps entro il 31 ottobre: allora il beneficio può essere riattivato fino al 31 dicembre dando diritto agli arretrati non pagati.
La precisazione arriva da fonti affidabili, ovvero dal Ministero del Lavoro che ha pubblicato diverse FAQ in merito alla transizione verso l’Assegno di inclusione che verrà introdotto da Gennaio 2024.
Nella FAQ è possibile leggere:
in assenza della comunicazione all’Inps tramite la piattaforma GePI dell’avvenuta presa in carico”, si legge, “l’erogazione del beneficio è sospesa e può essere riattivata, ricomprendendo le mensilità sospese, solo in esito all’avvenuta comunicazione all’Inps dell’avvenuta presa in carico del nucleo, fermo restando il termine del 31 ottobre 2023
C’è anche da sottolineare che il passaggio al nuovo sistema ha crato alcuni problemi di carattere tecnico che riguardano principalmente lo scarto temporale tra il momento in cui viene revocato il Reddito di cittadinanza e l’effettiva verifica sugli aventi diritto (il cui termine ultimo è dicembre), inoltre l’INPS fa sapere che non è stato ingrado di mettere a disposizione tutti i dati dei beneficiari e ciò ha creato difficoltà ai Comuni nel redigere gli elenchi dei nuclei familiari coinvolti.
Qui tutti i dettagli: