Reddito di cittadinanza, ecco chi sono gli occupabili

La Riforma del Reddito di Cittadinanza prenderà il via da Gennaio 2023 ed in queste settimane si parla molto delle persone occupabili che percepiscono il reddito di cittadinanza e che saranno i maggiori interessati dalle modifiche e novità introdotte dal Governo Meloni, ma esattamente chi sono gli occupabili che percepiscono il reddito di cittadinanza a cui potrebbe essere tolto il sussidio mensile? Nell’articolo vediamo tutte le ultime Novità in arrivo.

Reddito di cittadinanza, ecco chi sono gli occupabili

Il governo Meloni ancora prima che vincesse le elezioni politiche 2022 si era sempre dettro contrario all’attuale funzionamento del reddito di cittadinanza, uno degli aspetti maggiormente contestati dall’attuale Governo Meloni quando era all’opposizione era il fatto di dover pagare moltissime persone senza fare nulla, una delle affermazioni più ripetute nelle settimane che hanno preceduto le elezioni era “Toglieremo il reddito di cittadinanza a chi sta seduto sul divano e in questi anni non è stato in grado di trovare un lavoro”.

Ad oggi che il nuovo Governo Meloni si è insediato la parola è stata mantenuta, il Reddito di Cittadinanza da Gennaio 2023 cambierà e la principale novità riguarderà tutti coloro che sono occupabili ai quali il sussidio mensile verrà  erogato per soli 8 mesi, anziché 12

La normativa che ha introdotto il reddito di cittadinanza suddivide la platea dei beneficiari in due categorie: gli occupabili e i non.

Sulle persone occupabili il governo ha incentrato la quasi totalità delle novità e modifiche i quali rischiano di perdere il diritto alla misura nell’immediato futuro.

Nel dettaglio, l’occupabilità di un soggetto è data dall’età anagrafica nonché dalle condizioni di salute, come pure dallo stato sociale. Chiariamo, secondo normativa, sono occupabili – ai fini del reddito di cittadinanza – i soggetti:

  • di età compresa tra i 18 anni (compiuti) e i 65 anni (non compiuti);
  • con uno stato di salute che non impedisce lo svolgimento delle mansioni proprie all’attività lavorativa. Ad esempio, non sono occupabili gli invalidi con capacità lavorativa ridotta di almeno il 45%, come pure le donne in gravidanza;
  • che non svolgono già un’attività lavorativa, sia come autonomi che come subordinati;
  • che non frequentano un corso di studi o di formazione, purché quest’ultimo preveda il conseguimento di un titolo riconosciuto a livello regionale.

Stando alla definizione data dal decreto 4/2019, poi convertito in legge n. 26/2019, sono occupabili coloro che hanno un’età compresa tra i 18 e i 64 anni e non rientrano in una delle condizioni di esonero ed esclusione.

Nel dettaglio, sono esonerati dal rispetto degli obblighi fissati dalla normativa coloro che:

  • si prendono cura di uno o più minori di 3 anni;
  • si prendono cura di un componente con grave disabilità;
  • lavorano, percependo un reddito inferiore a 8.174 euro nel caso di reddito da attività da lavoro subordinato, 5.500 euro per le attività di lavoro autonomo;
  • frequentano un corso di formazione valido al conseguimento di una qualifica professionale regionale;
  • sono occupati in un tirocinio di formazione od orientamento;
  • donne incinte;
  • frequentano un corso di formazione valido al conseguimento di una qualifica professionale regionale;
  • stanno prendendo parte a un’altra politica attiva.

Sono esclusi, invece, coloro che:

  • percepiscono una pensione diretta;
  • hanno più di 65 anni;
  • hanno un reddito da lavoro dipendente superiore a 8.174 euro annui;
  • hanno un reddito da lavoro autonomo superiore a 5.500 euro annui;
  • non sono inclusi nella scala di equivalenza (quindi non percepiscono, di fatto, il RdC): questo vale, ad esempio, per i detenuti e per i ricoverati di lunga degenza;
  • hanno un’invalidità di almeno il 45%.