Pensioni Donne: al via l’Ape Sociale per la pensione anticipata

Pensioni Oggi Ultime Notizie – Un’importante novità è emersa ieri al termine del consiglio dei Ministri dove si è discussa la bozza della Legge di Bilancio 2018 per quanto riguarda le Donne e la pensione anticipata, stando infatti a quanto emerso al termine della giornata, tra le misure introdotte nella Bozza c’è anche la possibilità di estendere l’APE Sociale anche per le donne, un provvedimento che permetterebbe a determinare condizioni di andare in pensione con alcuni anni d’anticipo come gli Uomini.

Questa Misura era stata già precedentemente introdotta in via sperimentale con la legge di bilancio per il 2017, per le donne, in determinate condizioni e con almeno 63 anni di eta’ e che non siano titolari di pensione diretta, il provvedimento permetteva di accompagnare con una indennita’ fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

Ora con la nuova bozza della Legge di Bilancio 2018 si è ampliata la platea dei beneficiare del provvedimento ed al tempo stesso sono stati ridotti  i requisiti contributivi alle donne con figli. La riduzione e’ pari a 6 mesi per ogni figlio fino ad un massimo di 2 anni.

Ma come funziona nel dettaglio?

L’Ape per le donne, ribattezzata anche “APE Rosa”, è una prestazione a carico dello Stato, riconosciuta a chi possiede almeno 63 anni di età: gli anni di contributi necessari per accedere alla prestazione non saranno più, però, 30 o 36 anni di contributi, a seconda della categoria di appartenenza, ma 27 o 33 anni (28 o 34 nel caso in cui lo sconto contributivo si limiti a 2 anni).

Il trattamento pensionistico spetterà alle donne fino a quando non raggiungeranno i requisiti previsti per la pensione di vecchiaia, ma chi sono i destinatari di questo provvedimento? vediamo nel dettaglio chi può beneficiare dell’Ape Rosa:

  • donne lavoratrici iscritte all’assicurazione generale obbligatoria Inps (che comprende gli iscritti al fondo pensione lavoratori dipendenti e alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi),
  • donne lavoratrici iscritte alle forme sostitutive o alla Gestione separata,
  • donne lavoratrici disoccupate, invalide, caregivers (donne che assistono un familiare portatore di handicap grave)
  • donne lavoratrici addette a lavori faticosi e rischiosi.

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