All’estero la concezione di scuola è ben diversa dalle idee che abbiamo qui in Italia, partendo dal fatto che vi sono più ore da studiare, classi che non hanno aule prestabilite, materie scolastiche che prevedono laboratori particolari, insomma tutta un’altra storia. In Italia però piccoli passi avanti si tanno compiendo infatti pare piccole novità riguarderanno la didattica presso le scuole medie di Crusinallo, provincia del Verbano-Cusio-Ossola in Piemonte, dove gli alunni sono pronti a far parte del metodo sperimentale “Classi senza aule”.
“Classi senza aule” è una novità che avrà inizio il prossimo anno scolastico e gli alunni non avranno una sola aula in cui attendere i docenti delle varie discipline, ma si sposteranno loro stessi per recarsi nelle aule dedicate alle diverse discipline. “Non solo, è un modello diffuso anche in Francia mentre noi abbiamo preso ispirazione da realtà nella provincia di Torino che hanno avviato questa modalità d’insegnamento”precisa il dirigente dell’istituto comprensivo di Crusinallo e Casale Corte Cerro, Roberto Benvegnù.
Ad approvare il progetto non sono stati solo gli alunni che aspettano con ansia tale novità, ma si precisa che anche che il progetto ha avuto anche l’approvazione del Comune.
Per mettere in piedi tale progetto ambizioso il Comune della provincia del Verbano-Cusio-Ossola in Piemonte ha concesso all’istituto un contributo di 9 mila euro per le spese di avviamento del progetto, e che serviranno per acquistare materiale e attrezzare gli spazi, saranno poi inseriti degli armadietti nei quali i ragazzi potranno depositare i libri e il materiale, che utilizzeranno di volta in volta da aula in aula.
L’entusiasmo del progetto “Classi senza aule” riguarda non solo il Preside ma anche i docenti, che in queste settimane hanno volontariamente supportato la scuola presso la quale svolgono servizio per partecipare alle operazioni di sistemazione generale della scuola. A breve saranno anche definiti gli orari e allestiti in tempo tutti gli spazi dedicati all’insegnamento per garantire un cambio di metodo, portando un po’ di ” metodi esteri” anche qui in Italia.