Test di medicina 2019, boom di ricorsi: +35% rispetto al 2018

In questi giorni è stata pubblicata la graduatoria nazionale del test di medicina 2019 nella quale ci sono i vincitori e gli sconfitti, a meno di 48 ore dalla pubblicazione delle suddette graduatorie lo sportello per i ricorsi numerochiuso.info è stato preso d’assalto da migliaia di studenti pronti a fare ricorso contro la pubblicazione delle graduatorie.

Test di medicina 2019, boom di ricorsi: +35% rispetto al 2018

Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi, ente che tutela i diritti di medici e aspiranti tali ha dichiarato che in tanti anni di lavoro in questo settore non aveva mai visto cosi tante segnalazioni per ricorsi contro le graduatorie.

Tra le città con più segnalazioni di attività irregolari o sospette durante i test di accesso alla facoltà svetta Roma, con il 18% dei casi, seguita da Napoli con il 10% e Milano con il 7%.

Le segnalazioni di irregolarità arrivano da 27 su 41 gli atenei interessati dai ricorsi, distribuiti in 21 città diverse, stando ai dati forniti da Consulcesi.

Circa l’80% delle irregolarità segnalate sarebbero state compiute in atenei del Sud Italia. A Roma, le forze dell’ordine sono intervenute per la falsificazione del documento di identità da parte di alcuni studenti; sempre nella Capitale, uno studente, che ha dichiarato di essere un giornalista, è stato trovato con un microfono nella camicia.

A L’Aquila, un esaminatore non avrebbe effettuato dei controlli dopo una segnalazione per alcuni candidati accusati di aver copiato. Sospetti anche in rete: a poche ore dal test sono stati rilevati dei picchi di ricerca sul web riguardanti cellule epiteliali, Khomeini e la crisi dei missili a Cuba, tutti oggetto di domande nel test.

“Il problema non è il numero chiuso” – “È una situazione che avevamo preventivato – continua Massimo Tortorella – ma il numero di segnalazioni ricevute è grave: ho ricevuto dei reclami anche attraverso il mio profilo Instagram. Le irregolarità su cui stanno già lavorando i nostri legali confermano quello che abbiamo sempre sostenuto: il problema non è il numero chiuso in sé, ma la modalità di selezione dei futuri medici”. Il Presidente del Consulcesi chiude lanciando un appello agli esaminatori: “Pensiamo davvero che sia giusto favorire chi è riuscito a nascondere uno smartphone o un auricolare? Vogliamo davvero che certa gente si occupi della nostra salute?

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