In questi ultimi mesi si è molto parlato dell’introduzione nella pubblica amministrazione delle impronte digitali che avrebbero sostituito il badge per raccogliere le presenze sul posto di lavoro, uno strumento oramai superato e che non garatisce un controllo efficace delle presenze dei dipendenti statali sul posto di lavoro, non sono affatto rari casi in cui i lavoratori sono beccati a fare tutto tranne che lavorare o essere sul proprio posto di lavoro.
Impronte Digitali nella Pubblica Amministrazione, il tutto potrebbe saltare
La crisi di governo innescata dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini sta facendo saltare molti provvedimenti approvati di ricente dove mancano ancora i decreti attuativi per far entrare in vigore le nuove norme, l’introduzione delle impronte digitali all’interno della pubblica amministrazione è uno di questi provvedimenti.
Sul primo punto, dopo l’approdo in Gazzetta Ufficiale, dove è contenuto il principio generale della norma sostenuta dalla ministra leghista Giulia Bongiorno, il 7 luglio il testo del provvedimento, approvato con la Legge ‘Concretezza’, è entrato formalmente in vigore, ma questo non basta infatti per essere pienamento operativo in tutte le sue norme è necessaria l’approvazione di uno specifico decreto di attuazione.
Un decreto che se non andrà in porto, renderà di fatto non applicabile la norma madre, visto che il legislatore si è limitato ad introdurre i principi generali.