Da tempo si discute sull’uso del voto di laurea come requisito di accesso ai concorsi pubblici, non sono pochi infatti i concorsi dove viene indicato un voto minimo per poter accedere alla selezione pubblica, a mettere un punto fermo sulla questione ci ha pensato una recente sentenza del Tar del Lazio che di fatto ha dichiaro illegittimo l’uso del voto della laurea come requisito di accesso ad una selezione pubblica.
Voto di laurea non può essere un requisito nei concorsi, ecco la decisione del TAR Lazio
Il 15 Febbraio 2019 il Tar del Lazio con apposita sentenza si è espresso sulla questione dell’uso del voto di laurea come requisito di accesso nelle selezioni pubbliche, il Tar ha sentenziato in maniera chiara che il voto di laurea non può essere un requisito di ammissione ai concorsi pubblici, la sentenza è stata espressa in merito al concorso pubblico indetto dall ENAC per il reclutamento di 20 ingegneri, dove tra i requisiti di ammissione compariva anche il voto di laurea non inferiore a 105/110
Ciò indica che tutti i prossimi concorsi non potranno annoverare tra i requisiti un voto che si riferisce alla laurea, i guidici hanno stabilito non solo l’inammisibilità del voto minimo di laurea come requisito di partecipazione ma anche la componente discriminante di questa pratica, secondo il Tra infatti, escludere a priori un gran numero di partecipanti senza poterne valutare le concrete conoscenze nelle prove scritte e orali e del tutto discriminatorio
Dopo la sentenza emessa il Tar del Lazio ha anche disposto l’ammissione al concorso di tutti i candidati ricorrenti, secondo i giudici del TAR, lo sbarramento del voto di laurea non è utile ai fini del reclutamento delle risorse necessarie e, inoltre, costituisce un requisito ingiustificato, discriminatorio e penalizzante.