Meloni, Carcere per chi non manda i figli a scuola, contro la Dispersione Scolastica

Meloni, Carcere per chi non manda i figli a scuola, contro la Dispersione Scolastica – Durante un’intervista concessa a Paolo Del Debbio su Rete 4, il 7 marzo, il Primo Ministro Giorgia Meloni ha discusso la problematica dell’abbandono scolastico, etichettando le precedenti misure di contrasto come inefficaci fino all’introduzione del decreto Caivano, che ha introdotto importanti novità in materia. Meloni ha sottolineato l’inadeguatezza delle precedenti sanzioni per i genitori inadempienti all’obbligo scolastico dei figli, evidenziando che la multa prevista era solamente di 30 euro.

La Premier ha evidenziato che il governo ha agito con decisione in questa direzione, stabilendo che l’inosservanza dell’obbligo di istruzione possa condurre fino alla detenzione e alla revoca della responsabilità genitoriale, con l’obiettivo di proteggere i giovani e prevenirne l’ingresso nelle file della criminalità organizzata.

L’esecutivo guidato da Meloni, di fronte all’inefficacia delle sanzioni pecuniarie nel garantire l’adempimento dell’obbligo formativo dei minori fino ai 16 anni di età, ha optato per un approccio più severo nella lotta contro la dispersione scolastica. Le nuove misure prevedono un inasprimento delle sanzioni per le famiglie non conformi, che potrebbero ora affrontare fino a due anni di reclusione.

Questa iniziativa risponde anche alle sollecitazioni dell’Unione Europea, che, attraverso i finanziamenti del Pnrr, ha assegnato all’Italia oltre 15 miliardi di euro destinati al settore scolastico, sollevando questioni sull’elevato tasso di abbandono scolastico nel Paese, che si attesta mediamente al 13% rispetto alla media europea del 10%.

La Meloni ha evidenziato l’inadeguatezza delle sanzioni precedentemente in vigore, specificando che la penalità per i genitori che non rispettavano l’obbligo di istruzione dei figli consisteva in una multa di soli 30 euro.

“Abbiamo agito in modo deciso: al giorno d’oggi, se un genitore non invia il proprio figlio a scuola, può affrontare la reclusione e la perdita della responsabilità genitoriale. È nostro dovere proteggere questi giovani. Senza un intervento risoluto, saranno inevitabilmente coinvolti nelle reti della criminalità organizzata,” ha affermato la premier.

La Meloni ha quindi sottolineato come le precedenti sanzioni pecuniarie si siano rivelate insufficienti a garantire l’adempimento dell’obbligo scolastico da parte dei minori fino ai 16 anni di età. Di conseguenza, il governo ha optato per un approccio più severo, inserendo nel pacchetto di misure per la sicurezza un inasprimento delle pene, che ora prevedono fino a due anni di carcere per i trasgressori.

Questa scelta politica intende anche mandare un messaggio chiaro all’Unione Europea, in seguito all’assegnazione di oltre 15 miliardi di euro all’Italia per il settore dell’istruzione tramite i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con l’obiettivo di ridurre la quota di abbandono scolastico precoce che nel nostro Paese si attesta mediamente al 13%, superiore alla media dell’UE del 10%.

Nella bozza del decreto legge finalizzato a contrastare il disagio giovanile, la povertà educativa e la delinquenza minorile, che il Consiglio dei ministri si appresta a approvare il 6 settembre, si prevede l’abrogazione dell’articolo del codice penale che stabilisce la multa di 30 euro, introducendo invece una nuova disposizione che contempla una pena detentiva fino a due anni.

Tale sanzione sarà applicata a chiunque, avendo responsabilità o autorità su un minore, ometta senza validi motivi di fornire o fare fornire l’istruzione obbligatoria.