Studenti Italiani? Ansiosi e Nervosi secondo una Ricerca

L’ansia, chi non ne ha mai sofferto durante tutto il periodo degli studi? c’è chi riesce ad affrontare serenamente tutte le interrogazioni o esami e chi invece si fa prendere dall’ansia e si blocca nonostante tutti gli sforzi precedenti incentrati sullo studio delle materie dalle più semplici alle più difficili.

Ore e ore di studio trascorse sui libri, migliaia di appunti o registrazioni in aula e spiegazioni dei docenti sembrano svanire in un secondo appena ci si ritrova davanti ad un docente ad affrontare un’interrogazione o un esame, facendo passare il povero studente per un poco di buono che si è presentato all’interrogazione senza essersi preparato a sufficienza.

Tale problema non è solamente degli studenti, ma si ripercuote anche sui genitori che nonostante gli sforzi da sostenere per mantenere un figlio a scuola o all’Università e magari accompagnando il figlio in scelte di formazione extra pomeridiana non porta a casa i successi del figlio neanche per soddisfazione personale, e più delle volte si affidano ad esperti del settore per aiutare il proprio figlio che viene reputato come un figlio non capace di acquisire informazioni.

L’ansia è ormai una problematica per molti studenti che secondo uno studio dell’Ocse è emerso che il 56% degli studenti italiani vive la scuola con ansia e nervosismo, tale argomento è molto grave se comparata con il 37% delle rilevazioni europee.

Ma da cosa è scaturita tale ansia da “prestazione scolastica”?

Nella maggioranza dei casi un comportamento ansioso può essere originato dall’incapacità di non riuscire a dominare l’incertezza, e tale causa scaturisce tensioni emotive che inibiscono l’assunzione di condotte razionali portando nello studente un senso d’inadeguatezza e di agitazione, fino ad arrivare ad una vera e propria paura da interrogazione o da esame.

Recenti studi nell’ultimo triennio decennio hanno riscontato negli studenti un adattamento all’ambiente scolastico di solo il 44% degli studenti, infatti gli “studenti sofferenti” sarebbero così spaventati a causa degli scoordinati stimoli che ricevono.

Infatti gli stimoli dati agli studenti, non essendo direttamente connessi alla finalità del servizio, generano confusione e disorientamento.

La buona scuola, afferma che gli “obiettivi formativi ritenuti prioritari”, sono un’accozzaglia di traguardi solo in parte espressione di competenze generali.

La mancata denuncia, da parte degli operatori scolastici, dei macroscopici errori che il legislatore ha commesso, è inequivocabile sintomo dell’irrazionale gestione dei processi formativi. Causa dell’origine di tale reazione degli studenti che provocherebbe un reset di tutte le informazioni acquisiti in classe o a casa con ore e ore studio sarebbe l’assenza di una visione strategica, che impedisce di motivare gli studenti in modo autentico.

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