Aumento Stipendi Dipendenti Pubblici, scuola +37%, ministeri +33% (Dati Istat)

Aumento Stipendi Dipendenti Pubblici, scuola +37%, ministeri +33% (Dati Istat) – Alla fine del 2023, il panorama dei contratti collettivi nazionali in Italia evidenziava una situazione in parte positiva e in parte ancora in attesa di evoluzione. Circa il 47,6% dei lavoratori dipendenti, equivalente a 5,9 milioni di persone, risultava coperto da accordi vigenti per l’aspetto economico, incidendo sul 48,1% dell’intera massa salariale.

Questo dato, sebbene rappresenti quasi la metà della forza lavoro dipendente, lascia l’altra metà, specificamente circa 6,5 milioni di lavoratori (52,4% del totale), in attesa del rinnovo dei propri contratti.

L’incremento medio dell’indice salariale orario del 3,1% rispetto all’anno precedente segnala una tendenza generale positiva, con un rafforzamento significativo a dicembre 2023, dove si è registrato un aumento del 5,1% rispetto a novembre e del 7,9% su base annua. Questi dati mostrano come l’andamento delle retribuzioni contrattuali orarie abbia seguito un trend in crescita, influenzato positivamente anche dagli aggiustamenti contrattuali in alcuni settori.

In particolare, i settori della scuola, dei ministeri e del militare-difesa hanno visto aumenti salariali molto significativi, rispettivamente del 37,0%, 33,0% e 29,0%. Questi incrementi hanno avuto un impatto notevole sull’indice delle retribuzioni, soprattutto nella pubblica amministrazione, dove le variazioni sono state marcate sia su base congiunturale che tendenziale.

L’indice delle retribuzioni a dicembre 2023 ha beneficiato dell’anticipo dell’indennità di vacanza contrattuale per l’anno 2024, destinata ai dipendenti a tempo indeterminato delle amministrazioni statali, come previsto dal DL 145.

Questa misura ha contribuito a una crescita notevole nell’indice per la pubblica amministrazione, riflettendo l’efficacia di interventi mirati a sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori nel contesto di una ripresa economica post-pandemica.

In sintesi, il quadro dei contratti collettivi nazionali alla fine del 2023 mostra una realtà lavorativa in evoluzione, con una parte significativa dei lavoratori che beneficia di miglioramenti nelle condizioni economiche, mentre un’altra ancora attende aggiornamenti. Questa situazione sottolinea l’importanza del continuo impegno nelle negoziazioni contrattuali per garantire equità e adeguati livelli retributivi a tutti i lavoratori dipendenti.