Pensione di vecchiaia e anticipata 2024, Limite Età e Ultime Novità

Pensione di vecchiaia e anticipata 2024, Limite Età e Ultime Novità – La fascia d’età prevalente per il pensionamento, sia esso per anzianità o anticipato, si situa attualmente tra i 60 e i 67 anni. Secondo le norme vigenti, è infatti improbabile accedere alla pensione prima dei 60 anni, così come è raro che il pensionamento avvenga oltre i 67 anni, benché in alcuni casi specifici si possa protrarre l’attività lavorativa anche oltre i 70 anni.

I criteri e le tempistiche per il pensionamento variano in base a diversi fattori, come l’anno di nascita, l’anno di inizio dell’attività lavorativa, eventuali periodi di mancato versamento contributivo e riscatti. Pertanto, per determinare il momento esatto in cui si potrà accedere alla pensione, è necessario considerare l’intero percorso lavorativo, tenendo conto delle esperienze passate e delle potenziali situazioni future.

Le modalità di pensionamento attualmente disponibili includono:

  • La pensione di vecchiaia, accessibile a 67 anni con almeno 20 anni di contributi versati;
  • La pensione anticipata ordinaria, raggiungibile con 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini, a prescindere dall’età. Questo tipo di pensione è indicato per chi ha iniziato a lavorare prima dei 24 o 25 anni, permettendo il pensionamento prima dei 67 anni;
  • La pensione anticipata contributiva, disponibile per chi ha compiuto 64 anni e ha versato almeno 20 anni di contributi. In questo caso, si applicano determinati limiti e requisiti di importo: l’assegno pensionistico deve essere almeno pari a 3 volte l’assegno sociale Inps (2,8 volte per le donne con un figlio, 2,6 volte per quelle con due o più figli) e non deve superare cinque volte l’assegno sociale per il periodo di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia. Questa opzione è riservata a chi rientra nel sistema contributivo puro (senza contributi versati prima del 1996 o con contributi in Gestione Separata);
  • La pensione con quota 103, che consente il pensionamento a 62 anni con almeno 41 anni di contributi, ma richiede che la pensione sia calcolata interamente con il sistema contributivo. Questa opzione prevede un anticipo massimo di 10 mesi per le donne e di un anno e 10 mesi per gli uomini.
  • È inoltre ancora attivo l’Ape sociale per il pensionamento.

Per ognuna di queste opzioni, è fondamentale valutare attentamente i propri requisiti individuali e considerare le varie possibilità in base alla propria situazione lavorativa e contributiva.

Per calcolare il momento in cui si potrà andare in pensione, non è sufficiente solamente considerare l’anno di nascita e quello di inizio dell’attività lavorativa. Questo metodo può essere applicabile per chi non ha avuto interruzioni lavorative né ha effettuato riscatti contributivi. Tuttavia, per coloro che hanno avuto periodi non lavorativi o che hanno riscattato periodi di studio, come la laurea, è necessario includere anche questi elementi nell’analisi.

Inoltre, è importante tenere in considerazione anche la pace contributiva. Normalmente, si considera l’età di inizio dei versamenti contributivi quando non si sono verificate interruzioni o riscatti. Ad esempio, se si è iniziato a versare contributi nel 1998, ma si è effettuato il riscatto di 4 anni di laurea, la data di inizio della contribuzione effettiva si sposta al 1994.

Per il biennio 2024-2025, è stato reintrodotto l’istituto della pace contributiva, che consente di colmare eventuali lacune nei contributi per coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1996 in poi. È possibile versare contributi, diversi da quelli per il riscatto della laurea, per periodi che vanno dal 1° gennaio dell’anno di inizio della contribuzione fino al 31 dicembre 2023.

Quindi, per una stima accurata del momento del pensionamento, è essenziale considerare tutti questi fattori: l’età di inizio della carriera lavorativa, eventuali periodi di inattività lavorativa, i riscatti effettuati (come quello universitario) e la pace contributiva. Questo approccio consente di ottenere un quadro più completo e preciso della propria situazione contributiva e pensionistica.

Le opzioni di pensionamento variano in base all’anno di nascita e ai contributi versati. Vediamo alcuni esempi specifici:

  • Nati nel 1957: Per chi è nato in questo anno, il pensionamento è previsto nel 2024. La possibilità di pensionamento anticipato dipende dall’età di inizio del versamento contributivo. Chi ha iniziato a contribuire dai 27 anni in poi può accedere soltanto alla pensione di vecchiaia. Coloro che hanno iniziato prima e non hanno avuto interruzioni lavorative potrebbero avere l’opportunità di anticipare il pensionamento di qualche mese.
  • Nati nel 1958: Per questi individui, il pensionamento standard avviene a 67 anni se hanno iniziato a versare contributi a partire dai 26 anni. Tuttavia, è possibile accedere al pensionamento anticipato, sia con quota 103 che con la pensione anticipata ordinaria, a partire da 64 anni e alcuni mesi.
  • Nati nel 1959 e 1960: Anche per queste annate, si può accedere sia alla pensione di vecchiaia che a quella anticipata prima del 2027. Questo è dovuto all’impatto della pandemia sull’aspettativa di vita, che ha temporaneamente interrotto l’incremento dell’età pensionabile.
  • Nati a partire dal 1961/1962: Per queste coorti, l’età per la pensione di vecchiaia e quella anticipata aumenterà di due mesi ogni biennio, a causa dell’adeguamento dell’aspettativa di vita.
  • Nati a partire dal 1966: Per coloro che hanno iniziato a versare contributi dopo aver compiuto 30 anni, emerge la possibilità di accedere alla pensione anticipata contributiva. Questo gruppo ha iniziato a contribuire a partire dal 1996 e quindi rientra nel sistema contributivo.

È importante sottolineare che questi scenari possono variare in base a eventuali modifiche normative future e alle specificità individuali, come periodi di interruzione lavorativa o riscatti contributivi. Pertanto, per un’analisi dettagliata e personalizzata, è consigliabile consultare un esperto di previdenza.