Revisione Classi Concorso 2024 Bozza Decreto e Ultime Novità

Revisione Classi Concorso 2024 Bozza Decreto e Ultime Novità – Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) ha recentemente emesso un parere riguardo allo schema di decreto relativo alla revisione delle classi di concorso. Questo provvedimento è parte integrante dell’ampia operazione di razionalizzazione del sistema educativo attuata dal Ministero dell’Istruzione in ottemperanza a quanto previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

L’obiettivo della revisione delle classi di concorso è quello di adattare l’offerta formativa alle esigenze emergenti nel contesto educativo e di semplificare la struttura complessiva del sistema scolastico.

Per avere un’anteprima delle nuove disposizioni e del testo dello schema di decreto, è possibile scaricare il documento PDF relativo alla bozza del decreto. Questo file fornisce dettagli su tutte le modifiche proposte e rappresenta una risorsa utile per comprendere appieno l’evoluzione delle classi di concorso.

Si consiglia di consultare il documento ufficiale per ottenere informazioni precise e dettagliate sulle nuove disposizioni che influenzeranno il panorama delle classi di concorso nel sistema educativo italiano.

Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) ha emesso il 23 novembre 2023 un parere significativo in merito allo schema di decreto interministeriale relativo alla revisione delle classi di concorso.

Tale iniziativa è parte integrante della complessiva opera di razionalizzazione del sistema educativo portata avanti dal Ministero dell’Istruzione in linea con le disposizioni del Decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59, anticipando così la riforma del reclutamento dei docenti prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM), in collaborazione con il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), sta attivamente lavorando per riorganizzare le classi concorsuali. Questa riorganizzazione mira a favorire l’interdisciplinarietà, in risposta alle esigenze emergenti nel contesto educativo.

La proposta di decreto prevede la razionalizzazione delle classi concorsuali, anticipando così i cambiamenti attesi nei concorsi per il reclutamento dei docenti. Al momento, il Ministero sta predisponendo le nuove classi di concorso, e una volta pubblicato il decreto, queste entreranno in vigore, portando con sé importanti novità nel panorama del reclutamento docenti. Per dettagli specifici e ulteriori approfondimenti, si consiglia la consultazione del testo dello schema di decreto ufficiale.

Il Ministero dell’Istruzione, mediante un’apposita Commissione, ha intrapreso un processo di revisione e aggiornamento delle classi concorsuali. In questo contesto, si sta procedendo all’accorpamento di alcune classi con l’obiettivo di ridurne il numero complessivo.

Le nuove classi di concorso che emergono da questo processo rappresentano l’esito dell’abbinamento di discipline che richiedono titoli di accesso omogenei. Questa iniziativa mira a semplificare e ottimizzare il sistema, favorendo al contempo una visione più interdisciplinare nel reclutamento dei docenti.

Il CSPI, nel valutare lo schema di decreto interministeriale, ha rilevato diverse criticità. Vediamo di seguito le principali:

  • consentire l’accesso ai percorsi di abilitazione di cui alla classe di concorso A-23 (Lingua italiana per discenti di lingua straniera), a coloro che siano in possesso dei titoli rilasciati da qualsiasi ateneo, senza alcuna previa valutazione qualitativa della proposta formativa accademica in un ambito così specifico;
  • inadeguatezza ai fini formativi degli studenti dei seguenti accorpamenti di classi
    • A-01 (Arte e immagine nella scuola secondaria di I grado) e A-17 (Disegno e storia dell’arte negli istituti di istruzione secondaria di II grado);
    • A-12 (Discipline letterarie negli istituti di istruzione secondaria di II grado) e A-22 (Italiano, storia, geografia, nella scuola secondaria di I grado);– A-24 (Lingue e culture straniere negli istituti di istruzione secondaria di II grado) e A-25 (Lingua inglese o seconda lingua comunitaria nella scuola secondaria di primo grado);
    • A-29 (Musica negli istituti di istruzione secondaria di II grado) e A-30 (Musica nella scuola secondaria di I grado);
    • A-48 (Scienze motorie e sportive negli istituti di istruzione secondaria di II grado) e A-49 (Scienze motorie e sportive nella scuola secondaria di I grado);
  • l’imponente integrazione di titoli di studio rischia di non semplificare affatto le procedure, bensì di fornire l’occasione di un elevato contenzioso;
  • nel caso dei docenti che hanno conseguito l’abilitazione con procedure separate di accesso al I o al II grado della scuola secondaria occorre chiarire se tale titolo è da ritenersi valido per entrambe le classi di concorso oggetto di accorpamento;
  • la tempistica del decreto rischia di creare confusione rispetto alla validità dei titoli di accesso all’insegnamento, in quanto le Università hanno già presentato (entro il 10 novembre 2023) le istanze di accreditamento per i percorsi formativi relativi alla riforma del reclutamento degli insegnanti, sulla base della Revisione del 2017;
  • rischio di un impoverimento culturale nelle aree artistiche e umanistiche con una revisione delle discipline di Italiano, Lingue e Arte, che non è coerente con quanto previsto dalle Indicazioni Nazionali, ma appare rispondere a logiche di razionalizzazione;
  • alcune riduzioni di CFU non motivate, con scarsa attinenza tra il titolo acquisito e le competenze professionali richieste, come ad esempio per le classi di concorso A-18 e A-19;
  • nell’allegato B sono previste tre modalità diverse per acquisire i requisiti per l’insegnamento, col rischio di creare confusione o difformità. Nello specifico, in alcuni indirizzi di studio dell’istruzione professionale si far riferimento ai codici ATECO, in altre classi di concorso è specificato come requisito un numero minimo di ore che devono essere svolte nel piano degli studi (ad esempio la B-19, B-20, B-21) e in altre ancora si individua come requisito, per chi ha il titolo di studio nell’indirizzo “Servizi commerciali”, la declinazione percorso specifico nell’ambito della comunicazione visiva e pubblicitaria, attestato nel proprio Curriculum dello studente (ad esempio B-22, B-27, B-28)