Centri estivi, costano oltre 2.000 € a figlio, una stangata per le famiglie

I centri estitvi sono un’ancora di salvezza per molti genitori lavoratori quando le scuole chiudono per le vacanze estive, ma molto spesso i centri estivisi rappresentano un vero e proprio salasso per le famiglie infatti arrivano a gravare sul bilancio familiare fino a 2.000 euro a figlio se si è costretti a rivolgersi a strutture private, mentre i costi di abbassano decisamente se ci si rivolge a strutture comunali o gli oratori.

Il costo dei centri estivi in italia pesa sull’economia familiare più che in altri paesi europei per via delle 13 settimane di vacanze estive il più alto in europa, 10 settimane in Grecia e Svezia,  9 settimane in Lussemburgo, Austria, Irlanda del Nord, Belgio e Francia, 8 settimane in danimarca e appena 6 settimane nel Regno Unito e Germania.

Insomma quando si dice che gli studenti italiani hanno le vacanze estive più lunghe d’europa si dice il vero.

Per le famiglie dove i genitori lavorano diventa un gioco di incastri, chi ne ha la possibilità li affida a nonni o baby sitter ma per dare la possibilità al piccolo di frequentare dei coetanei e fare attività all’aria aperta, si ricorre al centro estivo, scelto in genere per la varietà dell’offerta, per la presenza degli amichetti e soprattutto per il costo.

Una scelta tutt’altro che semplice se si pensa che lasciare il proprio bimbo in un centro estivo di Milano, dalla fine della scuola alla prima di settembre (escludendo quindi le classiche prime tre settimane di agosto) può arrivare a costare anche 2.160 euro. Lo dimostra un’indagine di Altroconsumo, pubblicata da Il Messaggero, che ha raccolto i prezzi di Milano e Roma per comprendere quali sono le alternative dei genitori di un figlio che frequenta la scuola elementare e quanto potrebbero pesare sul loro portafoglio.

Le alternative non mancano come le strutture comunali (come scuole e piscine) o gli oratori ma trovare posti liberi diventa una vera e propria impresa.

In questa ottica in questi giorni è arrivata una proposta del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha proposto di mantenere aperte le scuole durante l’estate, su base volontaria, per andare incontro alle esigenze di molte famiglie italiane e favorire l’apprendimento degli studenti. Sindacati, opinione pubblica, alunni e genitori sono divisi.

L’obiettivo è doppio: da un lato si pensa a limitare la dispersione scolastica, dall’altro a tagliare i costi sulle famiglie nel periodo estivo. Ad oggi, tramite i fondi del Pnrr e del Pon stanziati per combattere la dispersione scolastica, sono oltre 3500 gli istituti disponibili per diversi progetti.

Quest’anno sono state aggiunte 768 scuole ai 2800 istituti già coinvolti con le aperture e l’offerta riguarda studenti di ogni ordine e grado, da quelli della scuola elementare fino alle scuole superiori.