Assunzioni Docenti 2023, arriva la Riforma del reclutamento, le Novità

Sono in arrivo delle importanti novità per le assunzioni dei docenti nel 2023 tramite i nuovi concorsi scuola, il decreto legge PNRR 2 ha introdotto molteplici modifiche sulle modalità di reclutamento e sull’abilitazione dei docenti nella scuola pubblica a partira da questo 2023 e che saranno valide anche il prossimo anno (2024) le modifiche introdotte riguarderanno anche la formazione iniziale dei docenti neoassunti, nell’articolo abbiamo raccolto tutte le modifiche e novità sul reclutamento dei docenti.

Assunzioni Docenti 2023, arriva la Riforma del reclutamento, le Novità

Le novità sulle assunzioni e concorsi per i docenti nel 2023 sono contenute nella riforma del reclutamento dei docenti pubblicato con la legge 29 giugno 2022, n. 79 di conversione del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36 sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.150 del 29-06-2022.

Il decreto si pone come scopo anche il raggiungimento degli obiettivi fissati dal PNRR, c’è da dire che nel nuovo decreto molte novità non fanno parte del nuovo Governo Meloni ma erano state già previste dal precedente Governo quando il Ministro dell’Istruzion era Patrizio Bianchi, al momento il nuovo Ministro Giuseppe Valditara, sta lavorando per apportare ulteriori novità in tema di assunzioni e concorsi per docenti.

Le nuove disposizioni sono in vigore dal 30 giugno 2022, quindi anche nel 2023 restano in vigore le nuove regole introdotte con il decreto PNRR 2.

Il nuovo decreto come abbiamo specificato interviene sulle modalità di accesso alla carriera di docente nella scuola pubblica italiana, sull’iter per diventare docente, sui requisiti e sulla formazione iniziale dei docenti neoassunti.

Lo scopo delle nuove regole è quello di introdurre percorsi certi per chi vuole diventare insegnante, una definizione più chiara degli obiettivi e delle modalità della formazione degli insegnanti durante tutto il loro percorso lavorativo e concorsi annuali per rendere costante il reclutamento del personale docente e favorire l’accesso dei giovani all’insegnamento.

I nuovi concorsi pubblici saranno aperti anche ai docenti con hanno contratti precari come supplenti ma con 3 anni di servizio alla spelle.

Di seguito abbiamo raccolto quali sono tutte le modifiche e novità in 16 punti andando a spiegare quali saranno le novità introdotte:

  • il sistema di formazione iniziale e accesso ai ruoli a tempo indeterminato del personale docente è articolato in
    • un percorso universitario e accademico abilitante di formazione iniziale e prova finale corrispondente ad almeno 60 crediti formativi universitari (CFU) o accademici (CFA), da svolgere dopo la laurea o durante il percorso formativo, per acquisire le competenze teorico-pratiche;
    • un concorso pubblico nazionale, indetto su base regionale o interregionale con cadenza annuale (qui tutte le informazioni);
    • un periodo di prova in servizio di un anno con test finale e valutazione conclusiva (qui il decreto MIUR con il regolamento);
  • i percorsi universitari e accademici di formazione iniziale dei docenti sono organizzati ed erogati attraverso centri universitari e accademici di formazione iniziale degli insegnanti, a cui si può accedere dopo la laurea oppure durante il percorso formativo in aggiunta ai crediti necessari per il conseguimento del proprio titolo (triennale, magistrale o ciclo unico);
  • il periodo di formazione iniziale comprende un periodo di tirocinio presso le scuole;
  • la prova finale comprende una lezione simulata, per testare, oltre alla conoscenza dei contenuti disciplinari, la capacità di insegnamento;
  • le modalità per conseguire i 60 crediti formativi universitari o accademici sono definite con apposito decreto;
  • l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie di primo e secondo grado ha durata illimitata;
  • modalità semplificata per il conseguimento dell’abilitazione in altre classi di concorso o gradi di istruzione per i docenti in possesso di abilitazione su altra classe di concorso o su altro grado di istruzione, o di specializzazione sul sostegno, mediante l’acquisizione di 30 crediti formativi universitari o accademici del percorso universitario e accademico di formazione iniziale, di cui 20 crediti nell’ambito delle metodologie e tecnologie didattiche applicate alle discipline di riferimento e gli altri 10 di tirocinio diretto;
  • l’abilitazione all’insegnamento consente l’accesso ai concorsi, che hanno cadenza annuale, per la copertura delle cattedre vacanti (quindi solo per i posti disponibili) e per velocizzare l’immissione in ruolo di chi vuole insegnare;
  • il periodo annuale di prova si conclude con una valutazione ad accertare anche le competenze didattiche acquisite dal docente. In caso di esito positivo, c’è l’immissione in ruolo;
  • cambia la prova scritta del concorso, che non è più articolata in test a risposta multipla ma in domande a risposta aperta;
  • sono ammessi al concorso gli insegnanti precari con almeno 3 anni di servizio, anche non continuativi, nei 5 anni precedenti, di cui almeno uno nella specifica classe di concorso o nella tipologia di posto per la quale intendono concorrere;
  • i precari non abilitati con 3 annualità di servizio che abbiano vinto il concorso sottoscrivono un contratto annuale a tempo determinato part-time e acquisiscono 30 CFU o CFA del percorso universitario di formazione iniziale, al termine del quale superando la prova finale conseguono l’abilitazione all’insegnamento ed iniziano il periodo annuale di prova in servizio, il cui positivo superamento determina l’effettiva immissione in ruolo;
  • i docenti immessi in ruolo hanno il vincolo di permanenza per almeno 3 anni, compreso il periodo di prova presso la stessa istituzione scolastica in cui hanno svolto il periodo di prova, nei medesimi tipo di posto e classe di concorso;
  • è prevista una fase transitoria fino al 31 dicembre 2024, in attesa che il nuovo sistema vada a regime, durante la quale
    • coloro che già insegnano da almeno 3 anni nella scuola statale possono accedere direttamente al concorso e, se vincitori, devono poi conseguire 30 crediti universitari e svolgere la prova di abilitazione per poter passare di ruolo;
    • sono comunque ammessi a partecipare al concorso coloro che abbiano conseguito almeno 30 crediti formativi universitari o accademici, in parte tramite tirocinio diretto, o, entro il 31 ottobre 2022, i 24 CFU/CFA previsti quale requisito di accesso al concorso secondo il previgente ordinamento;
    • i vincitori del concorso su posto comune non abilitati, che hanno partecipato in quanto in possesso dei 30 CFU/CFA, o dei 24 CFU/CFA conseguiti entro il 31 ottobre 2022, sono assunti con contratto annuale a tempo determinato part-time e completano il percorso universitario e accademico di formazione iniziale con prova finale. Se la superano conseguono l’abilitazione e sono sottoposti al periodo annuale di prova in servizio, il cui positivo superamento determina l’immissione in ruolo;
  • cambiano le classi di concorso, che sono razionalizzate e accorpate con apposito decreto da emanare entro 12 mesi;
  • è istituita la Scuola di Alta Formazione del sistema nazionale pubblico di istruzione, che si occupa di:
    • promuovere e coordinare la formazione in servizio dei docenti di ruolo;
    • dirigere e indirizzare le attività formative dei dirigenti scolastici, dei DSGA e del personale ATA;
    • assolvere alle funzioni correlate al sistema di incentivo alla formazione continua degli insegnanti.

La riforma per il reclutamento dei docenti prevede una fase di transizione che durerà fino al 2024, in questo arco temporale si prevede l’assunzione di 70.000 docenti a tempo indeterminato, i nuovi concorsi avranno una cadenza annuale, quindi ogni anno il Ministero pubblicherà nuovi concorsi per assumere nuovi docenti.

Cosi facendo il Ministero tenterà di risolvere anche il perenne problema dei troppi docenti precari e delle troppe supplenze a cui ogni anno la scuola italiana ricorre in maniera massiccia, infatti per questo negli anni precedenti l’Italia è stata anche multata dall’Unione Europe.

Durante la fase transitoria i neo laureati potranno accedere all’insegnamento grazie ad un percorso che prevede:

  • un corso iniziale di formazione;
  • l’acquisizione di 30 CFU;
  • un concorso pubblico
  • una prova di abilitazione.

Cosi facendo gli aspiranti docenti potranno ottenere i primi 30 CFU, compreso il periodo di tirocinio, per accedere al concorso ed ottenere successivamente gli altri 30 CFU e sostenere poi la prova finale di abilitazione per poter passare di ruolo.

Durante la fase di transizione potranno accedere al concorso gli aspiranti docenti che già insegnano da almeno 3 anni, i vincitori del concorso dovranno poi conseguire i 30 CFU e svolgere la prova di abilitazione per poter passare di ruolo.

Quando la nuova riforma invece sarà entrata in vigore gli aspiranti docenti dovranno possedere la laurea e 60 CFU, che potranno essere acquisiti mediante un percorso formativo erogato dalle Università, infine ci sarà la prova finale per l’accesso al concorso a cattedra, a cui seguirà un anno di prova.

La riforma per il reclutamento prevede delle novità anche per la formazione di dirigenti, docenti e personale ata, sarà istituita una scuola di alta formazione che consentirà di seguire percorsi di formazione in servizio, cosi facendo la formazione divene continua e strutturata, all’interno di questi percorsi saranno comprese anche la formazione obbligatoria sulle competenze digitali e sull’uso critico e responsabile degli strumenti digitali, da svolgere nell’ambito dell’orario lavorativo.

Il sistema formativo e di aggiornamento è pianificato, invece, su base triennale, per consentire ai docenti di apprendere conoscenze e competenze per progettare la didattica con strumenti e metodi innovativi.

Si svolge fuori dall’orario di lavoro e può essere retribuito dalle scuole se comporta un ampliamento dell’offerta formativa. Inoltre, è prevista una formazione incentivata, cioè i percorsi svolti sono valutati per l’eventuale accesso ad incentivi salariali.