Giorno dopo giorno prende forma la riforma del Reddito di Cittadinanza che dal 2022-2023 cambierà profondamente, per alcuni il sussidio mensile verrà eliminato mentre per altri resterà, nell’articolo vediamo quali sono tutte le ultime notizie sulle Modifiche e Novità che il governo di Giorgia Meloni introdurrà per il reddito di cittadinanza, vedremo inoltre secondo una ultima ora sui dati Anapl quanti saranno che potranno perdere il reddito di cittadinanza.
Riforma Reddito di Cittadinanza 2023, ecco le Novità in arrivo
Prima che l’attuale Governo vincesse le elezioni lo aveva annunciato, il reddito di cittadinanza sarebbe stato modificato ed eliminato per una parte degli attuali precettori, ed ora che l’esecutivo guidato dalla Meloni è entrato nel pieno dei suoi poteri la Riforma del Reddito di Cittadinanza piano piano prende forma anche in base alle ultime dichiarazioni del vice premier Salvini e della premier Giorgia Meloni.
Per il governo il reddito di cittadinanza non ha funzionato e va cambiato, l’obiettivo è la riduzione della platea di precettori del sussidio, meno assegni mensili e più controlli.
Oggi distribuirlo a quasi 2 milioni e mezzo di persone costa allo stato ben 638 milioni di euro al mese, 7,5 miliardi di euro all’anno, la riforma del reddito di cittadinanza dovrebbe toccare proprio la fase dei controlli e la definzione non semplice di occupabilità, esentati pensionati in difficoltà, le persone con invalidità, chi ha figli minori di cui farsi carico e gli inabili al lavoro.
Includendo queste persone si arriva a 66.770 esonerate con certezza che contineranno a percepire il reddito di cittadinanza, ma con la riforma la gestione di queste persone passerebbe in carico ai comuni e non più all’INPS come accade oggi.
Il cuore della riforma riguarda 660.000 persone considerate potenzialmente occupabili che ora percepiscono ogni mese il sussidio dall’INPS, tra queste persone:
- 8% è aver 60
- il 20.5 % ha tra i 50 e 59 anni
- il 42% preso in carico dai centri per l’impiego
- il 73% è lontano dal mondo del lavoro da oltre 3 anni
- il 57% non si è presentato ai centri per l’impiego
I contratti dei cosiddetti Navigator addetti ad indirizzare al lavoro dopo i colloqui non verranno prorogati lo comunica il Ministero del Lavoro.
Il governo pensa ad un assegno per un periodo determinato per i 660.000 attuali precettori, entro un periodo probabilmente di 2 anni sarà necessario dimostrare di essersi impegnati nella ricerca di un lavoro e non di non aver rifiutato offerte congrue alla propria situazione personale.
Anche perchè secondo il Governo i fondi destinati alla copertura dei pagamenti previsti per il reddito sono onerosi, come abbiamo evidenziato ogni anno per pagare tutti gli assegno lo stato spese 7,5 miliardi di euro, una cifra non indifferente che il governo intede ridurre per dirottare parte dei fondi ad altri enti, progetti e ministeri.
Nelle prossime settimane le intenzioni del governo saranno ancora più chiare e sicuramente tutte le modifiche necessarie per applicare la riforma del reddito di cittadinanza saranno inserite nella Legge di Bilancio 2022 che entrerà in vigore a partire dal 1 Gennaio 2023
In questi giorni sono stati pubblicati anche i dati ANPAL che fotografano l’attuale situazione del reddito di cittadinanza, ad oggi i beneficiari del reddito di cittadinanza indirizzati ai servizi per il lavoro sono 919.916. Di questi, 173mila (18,8%) risultano occupati, 660mila (il 71,8%) sono tenuti alla sottoscrizione del patto per il lavoro. I restanti 86mila (9,4%) risultano esonerati, esclusi o rinviati ai servizi sociali.
Di questi 660.000 precettori del reddito che sono soggetti al patto per il lavoro (dunque non occupati, non esonerati e non rinviati ai servizi sociali), il 72,8%, che corrisponde a 480.000 persone non hanno avuto un contratto di lavoro subordinato o para-subordinato negli ultimi 3 anni.
I soggetti presi in carico dai servizi per il lavoro sono 280mila, pari al 42,5% dei 660mila soggetti al patto per il lavoro.