Recentemente è stata presentata una proposta di rimborso relativa alle spese di gas e luce per i dipendenti pubblici che lavorano in smart working a casa, secondo i dettagli della proposta i rimborsi per gli statali in smart working dovrebbero essere legati alla qualità del servizio e ad altri criteri specifici, questa novità potrebbero essere inclusa nel rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici che in queste settimane sta prendendo forma e che a breve dovrebbe essere approvato.
Secondo l’agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN) ha ipotizzato l’introduzione di questo incentivo/rimborso per sopperire alla mancanza di una serie di pagamenti relativi al trattamento accessorio, un rimborso che dovrebbe quindi coprire in parte le spese sostenute dai lavoratori pubblici per le bollette di luce, gas, per il cibo per la connessione web ed eventualmente anche per i costi dovuti ad eventuli affitti di postazioni in un coworking.
Tornando alla proposta avanzata dall’ARAN, nel caso si concretizzasse saranno proprio le amministrazioni a finanziare il “rimborso spese” attingendo alle economie prodotte dal ricorso allo smart working organizzato (risparmi legati innanzitutto all’abbattimento dei costi per il trasporto).
La somma a cui si potrebbe aspirare non è nota ma dovrebbe essere piuttosto contenuta. L’entità dell’incentivo in discussione inoltre dovrebbe variare da un’amministrazione all’altra poiché andrebbe definita in seguito in sede di contrattazione decentrata.
Per fissare i criteri in base ai quali valutare le prestazioni dei dipendenti invece ci sarebbe il ricorso ai cosiddetti Piao (Piani integrati di attività e organizzazione) che devono essere messi a punto dalle amministrazioni pubbliche entro il 31 gennaio.
Come riporta anche il Messaggero, è inoltre atteso per questo mese un decreto della Funzione pubblica che vada a supportare l’azione delle stesse amministrazioni.