In queste settimane il reddito di cittadinanza è al centro delle discussioni politiche, ci sono partiti che vorrebbero abolirlo completamente mentre altri partiti come il M5S nè fanno una battaglia personale affermando che il provvedimento non si tocca, se l’ipotesi di una eventuale eliminazione sembra essere assai remota, l’idea invece di modificare molti aspetti del sussidio è quanto mai concreta.
Una delle ultime novità riguarda il rifinanziamento del reddito almeno fino al 31 dicembre 2021, per tanto coloro che percepiscono mensilmente l’assegno continueranno a riceverlo fino al 31 dicembre 2021, per poter arrivare fino a questa data sono stati necessari circa 200 milioni di euro, una cifra che ha fatto innescare molte polemiche tra i partiti, molti dei quali affermano che per mantenere in piedi il reddito sono necessari troppi fondi i quali non producono molti effetti positivi in termini di reinserimento nel mondo del lavoro.
Tra le novità all’orizzonte ci sarà sicuramente il distinguo tra famiglie indigenti e il sussidio per disoccupazione, soprattutto ora che con il Pnrr e la conseguente transizione ecologica e digitale nuove forme di lavoro si affacciano e altre rischiano di scomparire.
Le modifiche in merito al reddito di cittadinanza saranno inserite e discusse con l’imminente legge di bilancio 2021 che sarà approvata prima della fine dell’anno in corso, tra gli obiettivi c’è anche quello di ridurre drasticamente i costi di una misura che ha creato non pochi problemi sul mercato del lavoro.
Altro aspetto che verrà sicuramente affrontato e rivisto riguarda il mondo del lavoro, in particolare tra le proposte al vaglio avanzate da alcuni partiti politici c’è quello di eliminare il reddito di cittadinanza per tutte quelle persone che non accettano offerte di lavoro, ma senza arrivare alle famose 3 proposte rifiutate, già dal primo rifiuto il sussidio verrà eliminato e per tanto non si percepirà più il sussidio mensile.
Dal ministero del Lavoro fanno sapere però che si attendono anche le conclusioni del Comitato scientifico per la valutazione del reddito di cittadinanza guidato dalla sociologa Chiara Saraceno: l’attuale scala di equivalenza per esempio non convince gli esperti del comitato perché penalizza le famiglie numerose sotto il profilo degli importi erogati.
Obiettivo dell’operazione: riportare la spesa per il sussidio, che di questo passo nel 2021 eroderà quasi 9 miliardi di euro, sui livelli del 2020, quando aveva superato di poco i 7 miliardi, per poi abbatterla ulteriormente. Il problema, infatti, è che il cavallo di battaglia dei Cinquestelle toglie risorse e dunque ossigeno ad altri interventi, per le pensioni e non solo.