Personale educativo: al via le Immissioni in ruolo 2021-2022, le novità

In questi giorni il Ministero dell’Istruzione (Miur) ha pubblicato il decreto legge contenente il contingente relativo alle assunzioni e le immissioni in ruolo con contratto a tempo indeterminato del personale educativo per l’anno scolastico 2021-2022, nell’articolo vediamo quali sono tutti i dettagli contenuti nel decreto legge, la ripartizione dei posti per regione e le ultime novità sulle modalità delle nuove assunzioni nella scuola.

Per il prossimo anno scolastico il Miur ha pubblicato il decreto con il contingente delle assunzioni a tempo indeterminato, si tratta di 108 immissioni per il personale educativo della scuola.

Per l’anno scolastico 2021/2022 il Miur con il decreto n. 250 del 6 agosto 2021,  ha comunicato il contingente autorizzato le assunzioni a tempo indeterminato di personale educativo.

Alle nuove 108 risorse che lavoreranno come personale educativo sarà assegnata una sede provvisoria per il prossimo anno scolastico, mentre dovranno attendere le operazioni di mobilità personale educativo per l’a.s. 2022/2023 per l’attribuzione della sede definitiva.

Ecco i posti disponibili per Personale educativo:

  • Abruzzo – 5 posti;
  • Basilicata – 1 posto;
  • Calabria – 4 posti;
  • Campania – 2 posti;
  • Emilia Romagna – 5 posti;
  • Friuli Venezia Giulia – 8 posti;
  • Lazio – 3 posti;
  • Liguria – 3 posti;
  • Lombardia – 11 posti;
  • Marche – 6 posti;
  • Molise – 2 posti;
  • Piemonte – 9 posti;
  • Puglia – 1 posto;
  • Sardegna – 15 posti;
  • Sicilia – 3 posti;
  • Toscana – 8 posti;
  • Umbria – 3 posti;
  • Veneto – 19 posti.

I DUBBI DEI SINDACATI

Al momento i sindacati dopo la comunicazione dei posti hanno sottolineato che tali posti non rispecchiano il reale fabbisogno di personale delle scuole, ma copre solo i pensionamenti, e in tal modo si assicura solo la copertura dei posti vacanti dovuti al turnover del personale.

Dopo gli inserimenti delle 108 risorse resteranno ancora 200 posti non stabilizzati nell’organico di diritto, pari al 10%, sostengono i sindacati, e occorre aumentare tali risorse se si tiene presente anche il quadro pandemico e le necessità legate a tale emergenza.

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