Università a Bologna sono a rischio 200 Ricercatori

Lo studio della ricerca è fondamentale in tutti i settori da quello farmacologico a quello agronomo e a tal proposito in questo articolo vogliamo affrontare il problema che sta insorgendo a causa del rischio di licenziamento ricercatori. Rilasciate dal prorettore Degli Esposti un comunicato riguardante la rete dei Precari della Ricerca e della Didattica dell’Università di Bologna.

La problematica di questi giorni è proprio la scadenza contratto degli assegnisti e pare che solo grazie alle nostre continue pressioni sul tema sono riusciti a ottenere una cifra precisa dall’Ateneo: 200 ricercatori a rischio da qui a fine 2018.

I ricercatori a rischio sono riusciti a far sentire la loro voce grazie all’interesse di una giornalista sensibile, tanto da far emergere questo tema sugli organi di stampa, una rivincita in quanto da molto i ricercatori chiedono numeri precisi dai prorettori sul piano di reclutamento dell’Università, ma senza alcun risultato. La richiesta dei ricercatori all’Ateneo è quella di non limitarsi solo a limitarsi a tamponare la falla ma chiedono di essere protagonisti di una gestione trasparente e coerentemente col mandato elettorale.

La questione delle risorse ricercatori non riguarda solo l’ateneo della città di Bologna, ma è una problematica a livello nazionale, in quanto il governo di Ateneo e i sindacati conoscono la disponibilità dei ricercatori disposti a coordinazione per dare risposte concrete ai 200 assegnisti immediatamente a rischio ma anche agli oltre 1000 assegnisti di Bologna e alle migliaia di precari della ricerca in tutta Italia che non riescono realizzarsi lavorativamente dopo un lungo percorso di studio fatto di sacrificio e rinunce.

La ricerca è fondamentale ed è necessario che la politica nazionale si renda conto che lavorando con la paura del domani volta al precariato non si fa buona ricerca ma solo una pessima didattica, che grava sul futuro del nostro Paese, condannando a giovani appassionati del settore ricerca a dedicarsi ad altro oppure magari perdendo ricercatori che volgono il loro sguardo ai paesi esteri dove ricevono ottimi contratti con retribuzioni molto più alte rispetto alle retribuzioni italiane.

L’on. Giovanni Paglia di Sinistra Italiana, si è schierato dalla parte dei ricercatori e a farsi portavoce in Parlamento, presentando un’interrogazione parlamentare in merito, un primo segnale rivolto alla politica nazionale.

Tale comunicato è anche un invito rivolto anche ai Ministri che d’accordo con i ricercatori di tutta Italia riescano a sollevare il tema e a salvare così l’università e la ricerca pubblica, prima di un collasso che è ormai alle porte.

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