Pensione Opzione donna 2019: nuovi requisiti, come funziona e domanda

La legge di bilancio 2019 ha prorogato l’Opzione donna anche per il 2019, all’interno della Riforma delle Pensioni 2019 il governo lega-5 stelle ha deciso di prorogare il provvedimento che prevede le modalità per le donne lavoratrici di andare in pensione, nell’articolo andiamo a vedere quali sono i nuovi requisiti richiesti e quando è possibile presentare domanda di pensionamento mediante l’opzione donna.

Pensione Opzione donna 2019: nuovi requisiti, come funziona e domanda

Per il 2019 potranno accedere all’Opzione Donna tutte le lavoratrici dipendenti nate entro il 31 dicembre 1960, e le lavoratrici autonome nate entro il 31 dicembre 1959, oltre l’età c’è anche il requisito contributivo da possedere che è fissato a 35 anni di contributi maturati al 31 dicembre 2018.

Coloro che aderiranno all’Opzione Donna 2019 potranno godere della “cristallizzazione dei requisiti” grazie a questo principio le lavoratrici potranno ottenere la pensione con un regime precedente – o, in questo caso, la cui proroga non sia ancora effettiva – al raggiungimento dei requisiti richiesti.

Opzione donna, calcolo contributivo

Veniamo ora al calcolo contributivo per le lavoratrici donne che aderiranno all’Opzione Donna 2019, su questo aspetto è bene ricordare che l’adesione a questo meccanismo per andare in pensione non è del tutto indolore sotto il profilo economico, le lavoratrici che aderiscono infatti percepiranno l’assegno di pensione con il metodo contributivo, penalizzante da un punto di vista economico.

Secondo le stime fatte il calcolo contributivo comporta una decurtazione dell’assegno che si aggira intorno al 30%, percentuale che non è fissa ma può variare poichè dipende da diversi fattori come ad esempio l’età a cui si accede alla pensione oppure la carriera lavorativa o la tipologia di lavoro svolto dalla lavoratrice.

Sempre secondo le stime fatte, le lavoratrici che accedono all’Opzione Donna 2019 con età più bassa riceveranno un taglio maggiore della pensione mentre le lavoratrici autonome risultano più penalizzate di quelle dipendenti.

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